Chiesta moratoria immediata e rispetto delle norme nazionali
La Direzione centrale per le attività produttive e le risorse agricole del Friuli Venezia Giulia ha avviato le consultazioni sul tema degli Ogm e Legambiente lancia l’allarme sui «possibili e irreversibili danni che la Regione, con la sua inerzia prima e con la sua proposta di regolamento ora, potrebbe arrecare al settore agricolo ma anche all’economia e alla sicurezza alimentare nazionale».
Il Cigno Verde non fa sconti alla giunta di centro-sinistra di Debora Serracchiani: «Il Friuli Venezia Giulia spalanca le porte agli Ogm. Dopo le semine illegali e l’altrettanto illegale raccolto delle piante geneticamente modificate nel mese di ottobre, la Regione propone ora una bozza di documento sulla regolamentazione della coesistenza tra agricoltura tradizionale e geneticamente modificata che, di fatto, apre le porte alla contaminazione e quindi alla diffusione incontrollata degli Ogm in agricoltura, mettendo a rischio tutto il comparto agricolo italiano, finora votato alla qualità, alla tipicità e al biologico».
Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha sottolineato che «la giunta Serracchiani ha una enorme responsabilità, perché non solo ha permesso che fosse coltivato il mais transgenico non autorizzato ma non è intervenuta nemmeno successivamente applicando le norme nazionali che regolano l’immissione di Ogm. Nulla ha fatto nemmeno per gestire la raccolta di tale mais continuando a trascurare un tema delicatissimo per la sicurezza e l’economia del nostro Paese».
La presidente di Legambiente Friuli Venezia, Giulia Elia Mioni, aggiunge: «A completare questo quadro, la giunta regionale ha presentato ora una proposta di regolamentazione del settore assolutamente debole, che non garantisce affatto la non contaminazione delle produzioni di qualità e delle coltivazioni biologiche, né la sicurezza alimentare dei consumatori».
Gli ambientalisti hanno presentato numerosi emendamenti alla proposta di regolamento della Regione per garantire la non contaminazione delle colture e Legambiente chiede «Una moratoria regionale immediata che impedisca l’immissione di Ogm in agricoltura; l’applicazione da parte della Regione della normativa nazionale che dall’agosto 2013 vieta per 18 mesi la coltivazione di mais Ogm in Italia, invitando anche il governo nazionale a rendere operativa, con un adeguato sistema di sanzioni, tale norma che dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini e degli agricoltori contrari al biotech».
Sul regolamento “per la coesistenza tra colture Ogm e colture convenzionali e biologiche” della Regione è uscito un comunicato congiunto di Aiab, Aprobio, Isde, Wwf e Legambiente che precisa che «al di là di ogni giudizio riguardo all’opportunità che la Regione intervenga per regolare eventuali possibilità di convivenza fra diverse agricolture, e al di là del merito sulle norme proposte, questo regolamento comunque non avrà vigenza prima delle prossime semine di mais».
Le associazioni richiamano «i responsabili politici dell’Amministrazione regionale, ed in primo luogo la Presidente Serracchiani, su questo aspetto perché ritengono inaccettabile che si ripetano, come già si minaccia da più parti, anche nel 2014 le semine selvagge , che “se ne fregano” di pareri scientifici, di norme di legge, di diffidenza e contrarietà largamente diffuse dell’opinione pubblica, sulla base di una malintesa “libertà d’impresa” e di un apparente immediato vantaggio economico che si esprimerà tra breve con danni agli altri produttori , ai consumatori e alla salute di tutti.
Per questo le associazioni ambientaliste e di produttori biologici che in questi mesi hanno proposto dibattiti, petizioni, approfondimenti tecnici e legislativi su questa vicenda, ritengono decisivo e qualificante di un vero confronto democratico e di un reale rispetto delle regole di civile convivenza, non rispettato al momento da associazioni fanatizzate che già hanno realizzato semine fuori dalla norma, che lo Stato e la Regione garantiscano che nel 2014 ci sarà una moratoria delle semine e delle coltivazioni di mais Ogm in Italia ed in Friuli. Gli strumenti possibili per questo esito sono più di uno. Vengano messi in campo tutti, perché tutti sanno che dietro a queste vicende che si svolgono in Friuli, è ben presente l’attenzione interessata di quei gruppi agrochimicoindustriali che, oltre a produrre gli OGM, fanno il bello ed il brutto tempo nell’agricoltura mondiale e sono fra le cause dei disequilibri biologici , agricoli, alimentari, sociali e di depauperamento dei fattori produttivi».
[10 gennaio 2014]
fonte: greenreport.it
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