GLI ATTI di bullismo lasciano segni visibili sulla vittima, anche dopo molti anni. Più a lungo si è stati nel mirino di prepotenti e delle loro angherie, più profondo e duraturo è l'impatto sulla propria salute generale, sia fisica sia mentale. A confermare questa realtà è un nuovo studio dell'ospedale pediatrico di Boston pubblicato sulla rivista Pediatrics coordinato da Laura Bogart. Per questo intervenire al più presto quando un ragazzo è vittima di aggressioni di questo tipo può fare la differenza.
Immagine della campagna contro il cyber bullismo, per la sicurezza dei minori su Internet e sui nuovi media |
La vittima e le umiliazioni. Le reazioni a un aggressione di questo tipo dipendono da più fattori, come spiega Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta e autrice del libro appena uscito Conta su di me, relazioni per crescere. "Dipende dalla gravità della violenza, fisica o verbale che sia. Dalla interpretazione che ne dà la vittima, ossia se si sente umiliata, isolata, presa di mira perché pensa di non valere, o se pensa che il problema non è in lui o lei ma nei bulli - spiega Oliverio Ferraris - . Dalla possibilità di parlarne con una persona fidata e liberarsi da tensioni, sensi di colpa, sentimento di vergogna e di inadeguatezza. Spesso la vittima non parla con nessuno delle prepotenze o angherie che subisce per non sentirsi vittima due volte: la prima perché lo è realmente e la seconda per non apparire vittima e quindi debole e maltrattata agli occhi degli altri".
Bullismo nel tempo. Quando le angherie durano nel tempo, il trauma per i soprusi subiti, ad esempio, alle elementari si va a sommare a quello inferto dalle angherie subite alle scuole superiori. Questo rovina la salute fisica e mentale del giovane ed erodendo la sua autostima. Le vittime sono più inclini a soffrire di ansia e disturbi depressivi e fanno meno pratica sportiva, riescono meno anche nella corsa, probabilmente perché si sentono a disagio, perdono autostima. "Le aggressioni più difficili da dimenticare sono quelle sessuali, quelle che avvengono in pubblico, quelle in cui nessuno interviene in difesa convalidando così lo stato di inferiorità e di solitudine della vittima - aggiunge Oliverio Ferraris - . Maldicenze, disprezzo, giudizi svalutanti sul proprio aspetto fisico o sulla propria famiglia, che circolano e trovano condivisione, possono creare in senso di totale impotenza nella vittima al punto da voler scomparire".
Ci vorrebbe un amico. Scuola e famiglia possono fare molto per aiutare i ragazzi, soprattutto con un lavoro di prevenzione del bullismo, fornendo strumenti per contrastarlo. "Non bisogna essere violenti ma è bene imparare a difendersi. Il bullo sceglie le sue vittime e sa dove colpire. A volte è sufficiente un atteggiamento deciso o una frase detta al momento giusto per scoraggiare il bullo - aggiunge Oliverio Ferraris - . Avere degli amici è un altro punto forte. Con un po' di esercizio si può anche imparare e non mostrare paura e sottomissione: emozioni che, se espresse attraverso il corpo, rapprsentano un segnale di via libera per il bullo".
di VALERIA PINI
fonte: repubblica.it
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