Così come i fisici sono costantemente alla ricerca delle particelle fondamentali della materia, i biologi dovrebbero andare alla ricerca delle particelle fondamentali della vita. Nei capitoli precedenti abbiamo descritto la composizione del corpo umano dal punto di vista energetico e accennato alle scoperte di Reich dei bacilli T e di Rife dei bacilli X. Poiché queste microscopiche particelle viventi sembrano avere un ruolo determinante nella genesi delle malattie, corre l’obbligo parlarne più diffusamente
Bechamp, medico, chimico, naturalista e biologo, fu professore di chimica medica e farmaceutica presso la Facoltà di Montpellier, professore di biochimica e fisica all’Università di Parigi, e infine, Preside della libera facoltà di Lille. Nel 1870 Bechamp, contemporaneo di Pasteur, identificò alcune microscopiche particelle viventi, a cui diede il nome di microzimi. I microzimi sono all’origine della vita e si trovano nell’uomo, negli animali, nei vegetali e nei microrganismi. Essi possono cambiare dimensioni e forma (polimorfismo), secondo lo stato di salute dell’organismo in cui vivono. Quando lo stato di salute è alterato (malnutrizione, intossicazione, stress, ecc.), il microzima si trasforma in germe patogeno.
Antoine Bechamp (1816 – 1908) |
Nel 1980 alcuni batteriologi (Sorin, Sonea, Panisset, Naessens) hanno dimostrato che i batteri possono trasformarsi in virus in funzione di ciò che gli viene dato come substrato nutritivo confermando così definitivamente la teoria del polimorfismo batterico.
Nonostante Bechamp sia stato uno dei più grandi scienziati del XIX secolo, la sua opera è quasi sconosciuta in quanto è stata sistematicamente screditata e falsificata a vantaggio degli interessi personali di Pasteur.
Mentre per Pasteur era il microbo che provocava la malattia, per Béchamp era la malattia a generare il microbo.
Negli anni ’30 del secolo scorso Wilhelm Reich scoprì il bione, l’unità funzionale elementare di tutta la materia vivente. Il bione è un’unità energetica elementare composta da una membrana e da un contenuto liquido in cui è racchiuso un quanto orgonotico.
A seguito dei suoi esperimenti sui bioni, ebbe a dire: “Un fatto ci sorprende: accanto alle vescichette grosse (circa un micron di diametro) vi sono corpuscoli rossi che a 300 ingrandimenti non avevamo visto. I più minuscoli tra loro sono al limite della portata del microscopio, essendo lunghi micron 0,2 (200 nanometri!). Essi si trovano raggruppati intorno alle vescicole più grosse, azzurre e rotonde e ai cristalli non tinti. Hanno forma allungata terminante a punta, simili a infinitesime lance. Questi corpuscoli gramnegativi sono – com’è stato dimostrato da una lunga sperimentazione – di un’importanza grandissima. Si tratta dei cosiddetti “bacilli T” che hanno una parte preponderante nella canceropatia.”
Sia i bioni che i Bacilli T erano e sono sconosciuti alla scienza ufficiale di allora e di oggi.
I bioni hanno la forma di vescichette pulsanti, luminescenti, di un forte colore scintillante azzurrino e presentano movimenti d’espansione e contrazione, di spostamento e moti interni del contenuto vescicolare.
I Bacilli T, dove T sta per Todes ossia della morte, lunghi circa 0,2 – 0,5 micron, sono il risultato dei processi degenerativi dei tessuti biologici.
Se prendiamo due campioni di sangue umano, il primo di un essere umano sano ed energetico e il secondo di un canceroso terminale, li distruggiamo sterilizzandoli a 120 gradi e poi li alimentiamo con del brodo, possiamo osservare al microscopio che il primo è composto quasi esclusivamente da bioni azzurri, scintillanti mentre il secondo è composto quasi esclusivamente da bacilli T.
Test dell’autoclave |
A sinistra sangue canceroso a destra sangue sano
La cellula cancerosa sviluppata si differenzia infatti, all’atto della cottura, da quella tissutale normale in quanto non si disintegra in bioni azzurri bensì in bacilli T.
E’ possibile determinare la predisposizione al cancro valutando la resistenza biologica del sangue e dei tessuti alla putrefazione. Tale resistenza è a sua volta determinata dal contenuto di orgone nel sangue e nei tessuti, dalla potenza orgonica dell’organismo.
Dall’esame del sangue è possibile quindi diagnosticare precocemente i processi cancerosi.
I bioni sono in grado di uccidere e immobilizzare i bacilli T. Mettendo insieme bioni e bacilli T, si può vedere come quest’ultimi sembrano diventare “inquieti”, girano a vortice su se stessi, poi restano fissi in loco con tremori e infine diventano immobili.
Secondo Reich il sangue combatte una lunga battaglia contro le cellule cancerose e i bacilli T tentando di distruggerli con un continuo apporto di bioni. È naturale che il sistema a bassa energia, che non si ricarichi più bene, alla fine soccomba. E’ appena il caso di ricordare che i globuli rossi del sangue, prodotti dal midollo osseo, sono minuscoli sistemi orgonotici in grado di portare l’orgone atmosferico dai polmoni ai tessuti del corpo.
Esaminando l’espettorato di soggetti cancerosi, a 3000 e a 4000 ingrandimenti invece che a 2000, Reich osservò una quantità di corpuscoli lanceolati piccolissimi che avevano la stessa forma e lo stesso modo di muoversi dei bacilli T coltivati nel tessuto che si degenera, nel sangue che si decompone e nelle particelle di albume in via di putrefazione. Erano gli stessi corpuscoli avvistati nei preparati bionici a base di carbone o di tessuti cancerosi in coltura. Poiché i bacilli T sono il risultato della degenerazione tissutale e della decomposizione putrescente, era inevitabile concludere che nel tessuto polmonare era in atto un processo di putrefazione. Rimaneva a questo punto solo da accertare se la decomposizione dei tessuti produceva i bacilli T o era causata da essi.
Dall’esame dei tessuti tumorali maligni si poteva osservare come, in una prima fase, la decomposizione in vescicole dava come risultato i due tipi fondamentali di bioni: gli azzurri e i lanceolati piccoli e neri chiamati bacilli T. Da queste vescichette bioniche di energia, attraverso molti stadi, si organizzavano le cancerocellule fino a diventare amebe unicellulari.
Concludendo, il primo passo nello sviluppo di un tumore maligno è sempre e dovunque la dissoluzione vescicolare del tessuto.
Royal Rife, contemporaneo di Reich, scoprì i bacilli X di cui abbiamo già accennato in precedenza e identificò 10 famiglie di microrganismi. All’interno di ogni famiglia, qualsiasi forma o membro può trasformarsi in qualsiasi altra forma.
Rife osservò il complesso processo del pleomorfismo o polimorfismo dimostrando al di là di ogni dubbio che i batteri sono pleomorfici piuttosto che monomorfici.
Nel 1937 il prof. Arthur Arndt osservando una coltura di Dictostelium muconoides, un fungo alto pochi millimetri che cresce nei boschi, notò che quando questo era maturo la capsula scoppiava e le spore cadevano sulla coltura generando delle amebe. Se il brodo conteneva batteri questi venivano assorbiti dalle amebe le quali dopo averne fagocitate circa diecimila iniziavano a dividersi e moltiplicarsi. Non appena iniziava a mancare il nutrimento le cellule si dirigevano verso determinati punti di concentrazione, seguendo lo schema tipico di propagazione delle onde e iniziavano a differenziarsi e a costruire con il proprio corpo il fungo, dal piede fino alla capsula e alle spore. Mentre nella prima fase di questo esperimento operavano le forze centrifughe di moltiplicazione, che facevano proliferare le amebe, nella seconda fase le forze formatrici centripete dirigevano le amebe verso un centro e formavano il fungo con l’aiuto del materiale cellulare delle amebe.
Gaston Naessens (1924) |
Naessens ha messo in relazione i somatidi a vari tipi di patologie degenerative come l’artrite reumatoide, il lupus, la sclerosi multipla e il cancro. Nel 1989 è stato arrestato e imprigionato in Canada. Grazie alle testimonianze di alcuni pazienti, ammalati di cancro e guariti con il suo trattamento, Naessens è stato assolto e il trattamento denominato 714X, in grado di rafforzare le difese immunitarie, è stato legalmente autorizzato in Canada.
Nel 2004 la rivista “Famiglia Cristiana” pubblica un articolo, del famoso scienziato Antonino Zichichi, su un’importante scoperta ad opera di alcuni scienziati della Mayo Clinic di Rochester (Usa) diretti da John Lieske. Il gruppo del dottor Lieske afferma di avere scoperto, nel tessuto di arterie umane prelevate da cadaveri, pezzettini di materia vivente, fra i 30 e i 100 nanometri, denominati “nanobatteri”. Tali corpuscoli non sono né virus né retrovirus, ma batteri. Un batterio è del tutto indipendente, non ha bisogno di una cellula per riprodursi. Il fatto stesso che queste particelle di materia riescano a riprodursi in coltura è la dimostrazione che si tratta di materia vivente.
Il Dott. Reich affermava che le cellule cancerose non sono la causa della malattia bensì un prodotto secondario che scaturisce da un tentativo di difesa dell’organismo contro i processi morbosi.
“I bacilli T, che sono i prodotti della decomposizione putrida della materia organica o vivente, stimolano altra materia organica o vivente alla formazioni di bioni azzurri […] Dai bioni azzurri si organizzano però strutture biologiche superiori, i protozoi, tra cui le cancerocellule. Adesso comprendiamo che la cellula cancerosa è in realtà un prodotto di molti bioni azzurri, scaturiti dalle cellule del sangue o del tessuto per la difesa contro l’autoinfezione T locale”.
Il danneggiamento di un tessuto, la comparsa dei corpuscoli T dalle cellule bioenergeticamente più deboli, la produzione di vescicole da parte dei tessuti sani come risposta difensiva all’invasione T e la riorganizzazione degli ammassi vescicolari in cellule cancerose con tutti i suoi stadi evolutivi, per quanto importanti, non spiegano del tutto il processo canceroso.
Esiste in realtà un secondo aspetto anche più importante ed inverso al precedente che inizia con la morte delle cellule cancerose giunte al termine del loro ciclo vitale. Infatti, dalla loro morte si generano corpuscoli T che incrementano la putrefazione del sangue e dei tessuti, dando luogo ad una intossicazione generalizzata e totale dell’organismo. Per Reich non sono le cellule cancerose vive a provocare la morte dei pazienti bensì la putrida e massiccia decomposizione T secondaria che scaturisce dalla loro morte, quando giungono al termine del loro ciclo vitale. Quando il tumore, i tessuti ed il sangue sono nella fase della decomposizione putrida, si forma una quantità così grande di corpuscoli T da rendere inutile ogni terapia. Si può ben comprendere come tutte le terapie che cercano o che cercheranno di uccidere soltanto le cellule cancerose, non solo non risolveranno il problema ma porteranno ad una accelerazione del processo sopra descritto.
La difficoltà dell’orgonoterapia non sta nel distruggere il tumore, il tumore è facile da distruggere, bensì nell’espellere dal corpo i prodotti di decomposizione, da qui l’importanza della prevenzione e della lotta ai tumori nella loro fase iniziale.
Secondo il biologo Üxküll “… la scienza è unicamente la somma delle opinioni dei ricercatori contemporanei […] Adagio, adagio tutte le opinioni vengono dimenticate, condannate o cambiate. Ecco perché alla domanda “Cos’è una verità scientifica?” non è esagerato rispondere : ”Un errore di oggi” […] Speriamo di passare progressivamente dagli errori più gravi a quelli più lievi”.
Conclusioni
Da quanto appena esposto non possiamo non rilevare le profonde relazioni esistenti con quello che abbiamo detto nel capitolo sull’alimentazione. Le teorie sui bacilli T, che forniscono una spiegazione del degrado fisico del corpo, sono perfettamente congruenti con quelle che asseriscono l’importanza di mangiare cibi freschi crudi e vitali. Infatti, mangiando pietanze a base di alimenti in fase di putrefazione, crude o cotte, non facciamo altro che accumulare bacilli T, accelerare la distruzione dei tessuti del corpo umano ed originare le malattie.
Morte e Reincarnazione
La maggior parte delle persone non pensano quasi mai alla morte e quando ci pensano hanno opinioni molto diverse tra loro. C’è chi pensa che sia la fine di tutto, chi crede nell’esistenza del paradiso e dell’inferno e chi ritiene che questa sia solo una delle innumerevoli vite.
La teoria della reincarnazione suggerisce che l’anima ritorna più volte sulla Terra in un corpo fisico attraverso il ciclo normale di nascita e morte per portare avanti il suo sviluppo personale. Più di un terzo della popolazione del pianeta, di tradizione prevalentemente induista, buddista e taoista, crede fermamente che la vita non inizia con la nascita e non termina con la morte.
Sin dai tempi più antichi l’uomo si è sempre chiesto, con un senso di impotenza, cosa ci sia dopo la morte e tutte le religioni hanno fornito una risposta. Vediamo brevemente un sommario rappresentativo dei vari credi religiosi e filosofici sulla morte e sulla reincarnazione.
Mahabharata (poema epico della mitologia induista)
Giorno dopo giorno, ora dopo ora, gli uomini muoiono e i loro cadaveri vengono portati via. I vivi osservano, eppure non pensano che un giorno o l’altro anch’essi moriranno. Credono invece che vivranno per sempre. E’ questa la cosa più stupefacente del mondo.
Bhagavad-gita
Per l’anima non c’è né nascita né morte. Esiste e non cessa mai di esistere. Non nasce, non muore, è eterna, originale, non ebbe mai inizio e non avrà mai fine. Non muore quando il corpo muore.
Papiro egizio di Anana (1320 a.C., capo degli scribi e consigliere di Seti II)
Gli uomini non vivono una volta sola e non se ne vanno per sempre. Vivono molte vite in molti luoghi, anche se non sempre in questo mondo. Tra ognuna di queste vite c’è un velo di tenebra.
L’uomo si incarna molte volte, ma non sa nulla delle sue vite passate salvo quando, ogni tanto, un sogno ad occhi aperti o un pensiero lo riportano a un’incarnazione precedente. L’uomo non è comunque in grado di stabilire nella propria mente quando o dove tale situazione si sia verificata, sa solo che gli è familiare. Alla fine, però, gli verranno svelati i suoi passati.
Gli spiriti, o anime, di una vita potrebbero ritrovarsi in un’altra vita ed essere attratti vicendevolmente come da un magnete, senza che nessuno ne conosca la causa.
Bardo Thodol (Il libro tibetano dei morti)
Secondo il Bardo Thodol ogni fenomeno che si percepisce durante il processo della morte è illusorio. Le esperienze di visione di luce interiore, l’ascolto di melodie meravigliose, la sensazione d’essere fuori dal corpo non sono altro che proiezioni momentanee dell’ego del morente. Essendo, per il buddismo, l’ego la causa fondamentale della sofferenza umana il libro tibetano dei morti si presenta come un manuale su come portare avanti il processo della morte fino all’estinzione del sé individuale. Nel buddismo, infatti, la chiave per la liberazione non è tanto la salvezza dell’anima individuale, come nelle altre religioni, quanto la sua definitiva estinzione.
I filosofi della Grecia antica
I più grandi filosofi greci, Pitagora, Socrate, Platone, credevano nella reincarnazione.
Platone nel Menone dice: “L’anima essendo immortale, essendo rinata più volte e avendo visto tutte le cose che esistono sia in questo mondo che nell’altro, ha conoscenza di tutte”
Origene (185 – 253 d.C)
Anche i padri del cristianesimo credevano nella reincarnazione.
Secondo Origene, teologo e scrittore cristiano, uno dei più grandi padri della Chiesa : “L’anima non ha principio né fine. Ogni anima entra in questo mondo fortificata dalle vittorie, oppure indebolita dai difetti della vita precedente. Il suo posto in questo mondo, quasi dimora destinata all’onore o al disonore, è determinato dai suoi precedenti meriti. Il suo operato in questo mondo determina il posto che essa avrà nel mondo successivo” .
Nel 553 d.C. l’imperatore bizantino Giustiniano bandì gli insegnamenti di Origene dalla dottrina della Chiesa Cattolica Romana in quanto le sue teorie, offrendo all’individuo la possibilità di salvarsi da solo, vita dopo vita, attraverso l’espiazione delle proprie colpe, indebolivano il potere della Chiesa; pertanto, tutti i riferimenti furono eliminati dalle scritture e fu sancito che le anime dopo la morte erano destinate ad andare in paradiso, in purgatorio o all’inferno.
Lo Zohar (Il libro dello Splendore)
Nello Zohar, uno dei principali testi cabalistici, è detto: “Le anime devono ritornare alla sostanza assoluta da cui sono emerse. Tuttavia, per raggiungere questo fine devono sviluppare tutte le perfezioni, il cui seme è già presente in loro; se non soddisfano questa condizione nel tempo di una vita, devono cominciare a viverne una seconda, una terza, e così via, finché non riescono ad acquisire la condizione che li rende idonei a riunirsi a Dio.”
Durante il Rinascimento ci fu un nuovo interesse per la reincarnazione ad opera del filosofo e poeta Giordano Bruno, che alla fine venne condannato al rogo dal tribunale dell’Inquisizione. Giordano Bruno affermava che l’anima non è il corpo e che può essere in un corpo o in un altro, e può passare di corpo in corpo. A causa della soppressione di tale principio da parte della Chiesa, gli insegnamenti sulla reincarnazione diventarono clandestini e sopravvissero in Europa grazie a ordini esoterici come i Templari e i Rosacroce e alle società segrete come la massoneria che in qualche modo ereditarono l’insegnamento da questi ordini.
In tempi recenti la teoria della reincarnazione è tornata alla ribalta in occidente grazie all’opera di Rudolf Steiner (1861- 1925), filosofo e fondatore della società antroposofica. Secondo Steiner con la morte il corpo fisico si dissolve, mentre quelli eterico e astrale accompagnano l’Io in un periodo di sonno profondo che precede le successive incarnazioni fino al ritorno allo spirito puro.
Edgar Cayce (1877 – 1945) |
Dopo questo episodio, Cayce produsse oltre 2500 letture vitali sulla reincarnazione a favore di oltre 1500 persone.
Secondo Cayce “Ogni entità sulla Terra è quello che è perchè è stata quello che è stata! … Così un soggiorno sulla Terra è una lezione alla scuola della vita e dell’esperienza”.
E’ l’anima individuale che dopo la morte decide il proprio futuro : “nessuna azione di nessun pianeta, né nessuna delle fasi del Sole, della Luna o di qualsiasi corpo celeste, supera la regola della forza di volontà dell’uomo, che ha il potere di scegliere per se stesso”. Se l’anima non ha completato la propria lezione alla scuola della vita sulla Terra allora può scegliere di reincarnarsi nello stesso ambiente in cui ha vissuto : “Questi due individui sono sempre stati insieme ed hanno sperimentato ogni relazione immaginabile, da padre e figlia a datore di lavoro e impiegata, da madre e figlio a marito e moglie”.
Benjamin Franklin scrisse: “Poiché esisto in questo mondo, credo che, in una forma o in un’altra, io esisterò sempre.”
Parere di alcuni medici e studiosi occidentali
Il corpo umano è composto da circa 50 trilioni di cellule che attraverso un processo di morte e rinascita, chiamato apoptosi, si rinnova continuamente. Si stima che nell’arco di una vita tutte le cellule vengano sostituite da altre nuove circa 50 volte, ovvero mediamente ogni due anni abbiamo un corpo nuovo. Nonostante il corpo cambi molte volte nell’arco della nostra esistenza, qualcosa dentro di noi ci suggerisce che al di là degli atomi e delle molecole ci sia qualcosa in noi che rimane immutato, che siamo sempre la stessa persona. E’ proprio la consapevolezza di questo principio di un sé cosciente, distinto dal corpo fisico, che sta alla base del concetto di reincarnazione.
Esperienze di pre-morte
Il Dott. Raymond Moody (1944) ha raccolto e analizzato sistematicamente le testimonianze di persone sopravvissute alla morte coniando per queste esperienze, cosiddette di pre-morte, l’espressione Near Death Experiences (NDE).
Tutte le esperienze di pre-morte hanno in comune i seguenti punti:
● Impossibilità di comunicare con il mondo “reale”
● Scomparsa repentina di qualsiasi dolore fisico
● Uscita dal corpo e ingresso in un tunnel oscuro
● Uscita dal tunnel e incontro con esseri di luce che possono essere anche parenti o amici scomparsi
● Incontro e comunicazione telepatica con l’Essere Supremo di luce
● Riesame dettagliato di ogni azione della propria vita
● Rientro forzato nel corpo fisico
Uscita del tunnel verso la luce |
Ricordo di vite precedenti
Il Prof. Jan Stevenson studia i casi di persone che affermano di aver avuto una vita precedente. Egli oltre ad analizzare i ricordi che vengono forniti da queste persone va anche alla ricerca, in ogni parte del mondo, di testimonianze al fine di verificare l’attendibilità di quanto riferito. I casi da lui esaminati sono più di 1600 e molti, tra cui il caso del bambino libanese Imad Elavar, sono stati ampiamente verificati riscontrando quasi tutti i particolari degli avvenimenti descritti.
Il piccolo Imad all’età di soli due anni sosteneva di essere già vissuto un’altra volta nel vicino villaggio di Khirby come membro della famiglia Bouhamzy. Le prime parole che pronunciò furono “Jamile” e “Mahmoud”, due nomi del tutto estranei nella sua famiglia e raccontava spesso di un incidente stradale nel quale un uomo era stato investito da un camion, aveva perduto tutte e due le gambe e poco dopo era morto.
Nel 1962 il Prof. Stevenson incontrò Imad e dopo essersi fatto raccontare tutti i particolari della sua vita precedente andarono insieme a Khirby. Le affermazioni di Imad, su fatti e persone della sua vita precedente e la descrizione della casa, collimavano perfettamente con gli avvenimenti della vita di un certo Ibrahim Bouhamzy il quale aveva avuto un’amante di nome Jamile ed era morto di tubercolosi nel 1949, all’età di 25 anni. Nel 1943 suo cugino Said era stato investito da un camion e perse tutte e due le gambe; morì poco dopo un intervento chirurgico nel tentativo di salvarlo.
Karma
Parlando di vita e di morte non possiamo non accennare al karma un termine che viene molto spesso usato nella cultura orientale.
Il karma è costituito da tutte le esperienze e da tutti i sentimenti delle vite passate, rimasti attaccati all’anima nella forma sottile di energie e impressioni. Se i nostri pensieri e le nostre azioni non sono in armonia con l’universo ci ritornano indietro come un boomerang, procurandoci dolori, ferite e se persistiamo anche la morte fisica.
Il karma non è nient’altro che l’universo che mantiene l’armonia al suo interno e la Legge del Karma è un’espressione dell’unità, dell’armonia e della bontà dell’universo.
Chiudiamo questo capitolo con un pensiero di Ghislaine Gualdi per quando saremo in punto di morte.
“Quando sentite che il momento è arrivato, in qualsiasi circostanza e luogo vi troviate, concentratevi, anche solo per tre secondi, e dite: “io sono quello, io sono lo spirito, io sono l’anima”. Al momento della dipartita vi sembrerà non di morire ma semplicemente di abbandonare l’involucro che è il corpo ed entrare in uno stato di coscienza superiore”.
fonte: antoniovaccarello.wordpress.com
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