La memoria, dopo i 60 anni, inizia a subire dei disturbi, si riduce, non funziona più come prima; comunque seguendo delle semplici regole può essere preservata. Secondo le ricerche con il passare degli anni la massa cerebrale si riduce di circa il 5% ogni dieci anni, a partire proprio dai 60 anni in poi. Quindi la riduzione del cervello è strettamente associata alla perdita di memoria.
Dimenticarsi spesso delle cose è caratteristica principale delle persone ultrasessantenni (anche se capita anche a molti giovani) ed è dovuto a tutta una serie di modifiche che avvengono durante la vita sia alla memoria ma anche alle funzionalità cognitive in genere. Il tipo di memoria che viene intaccata è sia quella del lavoro (ossia tenere a mente le informazioni che servono per svolgere le funzioni in un determinato momento) che quella esecutiva (ricordarsi di episodi accaduti poco tempo prima). Mentre è più difficile dimenticarsi di ricordi ben più lontani appartenenti alla propria persona e vita, dove le emozioni giocano un ruolo importante.
Non tutti gli ultrasessantenni vanno incontro a problemi di memoria
Un gruppo di ricercatori svedesi dell’Università di Umea, in Svezia, guidati dal dottor Lars Nyberg hanno condotto uno studio, pubblicato sulla rivista Trends in Cognitive Sciences, che ha rivisitato alcune ricerche passate sulla perdita di memoria nelle persone ultrasessantenni. Gli studiosi hanno valutato che ciò non è una caratteristica comune a tutti quelli che raggiungono e superano questa età: vi sono molte persone, anche con più anni, che non hanno nessun problema di memoria (circa il 10%). Come mai questa distinzione? Le differenze si basano, sicuramente, sulla genetica, ma anche su quanto il cervello ha lavorato negli anni precedenti. Questo si chiama “riserva energetica“, ossia la quantità di lavoro che ha svolto la massa cerebrale in passato. Maggiore è questa riserva minore sarà il rischio di un indebolimento della memoria e delle funzionalità cognitive in genere. Alla base di ciò vi sono delle strutture molto importanti, come l’ippocampo e la corteccia cerebrale, che non sono responsabili e sedi principali della memoria ma importantissimi e indispensabili per immagazzinare ricordi e esperienze. A subire dei danni, man mano che si invecchia, e quindi si perde un certo numero di neuroni e di funzionalità, sia nell’ippocampo che nella corteccia, è in particolar modo la memoria dichiarativa, ossia quella che permette di ricordare nozioni imparate nel corso della vita, e molto più fragile. Mentre quella procedurale, caratterizzata da movimenti ripetitivi e abitudinari, è molto più difficile da disgregare. Tutti questi meccanismi cognitivi regolati dalla funzionalità di specifici neuroni dipendono da un neurotrasmettitore, l’acetilcolina, che permette proprio la trasmissione dell’informazione.
Semplici regole per preservare la memoria
Secondo gli esperti i problemi alla memoria si potrebbero prevenire seguendo delle semplici regole, soprattutto nelle persone con un’età superiore ai 60 anni. Allenare costantemente il cervello, con letture, come libri e giornali; esercizi di enigmistica, come le parole crociate; studiare ponendosi delle domande, analizzando profondamente l’argomento; e ascoltare attentamente la musica, aiuterebbe la memoria. Ma anche uno stile di vita sano e regolare, caratterizzata da un’alimentazione ricca di frutta e verdure, legumi e cereali, e con un minimo consumo di grassi; da un’attività fisica regolare e quotidiana; rappresentano le semplici regole da seguire per poter difendere e preservare la memoria.
fonte: tantasalute.it
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