Le acque del lago Omodeo custodiscono insediamenti nuragici e romani, strade, ponti, foreste, resti di antiche chiese e di villaggi di fondazione medievale. Prima che venisse realizzata la diga Eleonora, inaugurata dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro il 23 gennaio 1997 e destinata a sommergere le straordinarie opere di ingegneria idraulica benedette dal re Vittorio Emanuele III il 28 aprile 1924, capitava che nelle estati particolarmente siccitose riaffiorassero le testimonianze delle popolazioni che dalla preistoria agli inizi del Novecento abitarono la Media valle del Tirso
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La casa-fantasma (foto Cristian Musiu) |
Passeggiare nel fondo del lago regalava l'emozione di calcare quelle terre che contadini e pastori, prostrati da malaria e povertà, cedettero nella speranza di prospettive di miglioramento che l'alto tasso di spopolamento con cui il territorio fa i conti (gravitano attorno al bacino idrico meno di 10mila residenti) continua a disilludere.
In nome di quel sogno, seppur con qualche resistenza, i 200 abitanti di Zuri nel 1924 lasciarono per sempre il loro paese. La chiesa romanica di San Pietro, smontata pietra per pietra, fu ricostruita più a monte in territorio di Ghilarza, comune nel quale la frazione odierna ricade. Il fascino dei luoghi abbandonati e temporaneamente restituiti dalle acque è stato riscoperto durante il periodo delle feste natalizie.
Il livello dell'invaso, a causa della carenza di pioggia, si è notevolmente ridotto. Ai piedi dei piloni della vecchia diga di Santa Chiara (Ula Tirso), è completamente riemersa (tanto da essere accessibile), la villa del capocentrale, diventata meta di turismo interno.
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La villa coperta dalle acque del lago dopo la realizzazione del nuovo invaso (2000) |
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La villa del capocentrale coperta dalle acque del lago |
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La villa del capocentrale coperta dalle acque del lago - la foto è stata scattata nel 2000 |
fonte:
unionesarda.it
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