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CREAZIONE: la grande MENZOGNA (Video)

Colpo di grazia al Creazionismo
1,1 In principio Dio creò il cielo e la terra. 2 La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. 4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre 5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno…
Bibbia, Genesi, libro 1 (versione C.E.I.)
Di pochi giorni fa è la notizia che Francesco, il vescovo di Roma – come egli stesso si è definito al suo primo apparire in pubblico dopo il conclave – ha affermato:
Le teorie dell’evoluzione e del Big Bang sono reali e Dio non è “un mago con una bacchetta magica”.


Parlando alla Pontificia Accademia delle Scienze, il Papa ha fatto commenti che dicono gli esperti hanno messo fine alle “pseudoteorie” del creazionismo e disegno intelligente che alcuni sostengono sono stati incoraggiati dal suo predecessore, Benedetto XVI.
Francesco ha spiegato che entrambe le teorie scientifiche non sono incompatibili con l’esistenza di un creatore, sostenendo invece che “richiedono”.”Quando leggiamo Creazione nella Genesi, si corre il rischio di immaginare Dio era un mago, con una bacchetta magica in grado di fare tutto. Ma non è così”, ha detto Francesco. Ha aggiunto: “Egli ha creato gli esseri umani e far loro sviluppare secondo le leggi interne che ha dato a ciascuno di essi, in modo che avrebbero raggiunto il loro compimento.

Il Big Bang, che oggi riteniamo di essere l’origine del mondo, non contraddice l’intervento del divino creatore, ma, anzi, lo richiede.

“L’evoluzione in natura non è in contrasto con la nozione di creazione, perché l’evoluzione richiede la creazione di esseri che si evolvono.”

Fonte: http://www.independent.co.uk

La notizia di una dichiarazione del genere ha suscitato un plauso ecumenico, – “finalmente un’apertura della chiesa alla scienza”, e via così commenti entusiastici – da parte davvero di tutti e per tale motivo, meravigliandoci grandemente che alla generalità siano sfuggite le conseguenze su tutti gli altri piani che un simile, millenaristico dietro front comporta, ci prenderemo l’onere di fare la voce fuori dal coro e andremo a farne disamina.

Per prima cosa ci risulta che la Bibbia cristiana (ma attenzione, anche la Torah ebraica) abbiano proprio in prima pagina quell’incipit che per dovere di cronaca abbiamo riportato all’inizio del post. Diciamo pertanto che, se abbiamo intenzione di edificarci sopra una religione istituzionalizzata, non c’è nulla di più fondamentale di quelle righe di testo.

E difatti sono due millenni buoni che proprio quelle righe sono state il riferimento assoluto su cui appunto le due religioni più influenti dell’occidente si sono strutturate, hanno articolato i propri organigrammi, orchestrato le loro teologie, dato forma alle loro società.

Ciò significa che, indirettamente, ma non troppo, il mondo antropizzato, nella forma in cui lo conosciamo oggi, è debitore della visione che quel testo contiene; già perché ogni storico che si rispetti è ben conscio che da sempre nelle civiltà è la casta sacerdotale a dettare le regole di tutte le altre fasce sociali, e la differenziazione tra teocrazie e democrazie è, in fondo, solo di facciata.

Quindi, dopo due millenni in cui in nome di QUEL dio, di QUELLA visione, di QUEL fondamento, si sono fondate città e distrutte altre, mosso guerre, tracciati e spostati confini di stati, create culture, promosso imprese immense di conquista e di trasformazione, movimentata una quantità incalcolabile di interessi di ogni genere, dato vita e morte ad un altrettanto incalcolabile numero di individui, ora con un “veramente finora ci siamo sbagliati” si pretenderebbe di chiudere un affaire millenario così, con una sanatoria in sordina, per giunta applaudita da coloro che dovrebbero essere sentinelle del buonsenso e della memoria storica e che invece sono tragicamente perse in un sonno profondo e senza sbocchi?

Davvero si crede che dovremmo stare zitti e applaudire pure noi questo “ritorno alla verità scientificamente intesa” di una chiesa che appare aver sempre osteggiato la scienza – esempio per tutti quello di Galileo Galilei – e ora finalmente si “modernizza”?

Non funziona così, anche se le sentinelle addormentate, dall’alto delle loro cariche di rilievo all’interno della società, continueranno a dormire e non ve lo diranno mai, per la più meschina delle ragioni, ossia che hanno i loro privilegi con relativo orticello di interessi da difendere.

FUNZIONA IN UN ALTRO MODO, PER CHI HA UNO STRACCIO DI MEMORIA ANCORA DESTA E QUALCHE NEURONE ANCORA ACCESO

Innanzitutto un’ammissione di errore su una questione primaria per eccellenza come quella della Creazione, da parte di chi ha vantato finora il dogma dell’infallibilità, nella persona del pontefice e quindi per traslato nella intera struttura che da lui è guidata – la chiesa “cattolica” ossia UNIVERSALE come si è proclamata – si traduce invariabilmente nella perdita irrevocabile di ogni autorità, spirituale, morale, temporale.

Badate bene, chi scrive non ha mai preteso, né mai lo farà, di essere considerato dogmaticamente, senza possibilità di discussioni, INFALLIBILE, conseguendo poi su quella base, degli evidenti, incalcolabili vantaggi su tutti i FALLIBILI. Pertanto se ha sbagliato o se sbaglierà, ha ammesso e ammetterà lo sbaglio, pagandone le conseguenze.

Ma chi invece sulla base di quel dogma, per quasi due millenni, fino all’altro ieri, ha de facto dato direzione al mondo, con i vantaggi che ne conseguono, nel momento in cui ammette un singolo errore, perde tutto, e non può essere altrimenti.

Adesso certamente, vista la consueta formula ambigua – rimangiabile e nelle intenzioni aggiustabile senza doverci perdere la faccia – con cui l’ammissione pontificale è stata fatta, con quel consueto, ormai smascherato quanto usurato dire senza dire, demandando alle modifiche successive ad opera di ben istruiti copisti e sulla base della reazione degli astanti la versione definitiva di ciò che si è detto da consegnare alla storia, certamente a chi muoverà obiezioni come quella presente i vari chierici/teologi/saggisti/accademici/ecc. opporranno l’altrettanto usurato argomento dell’INTERPRETAZIONE SIMBOLICA.


“L’umanità era incapace di comprendere, alla stregua di un gregge di pecorelle bisognose di pastore” – come in tutti i modi possibili da sempre evangelicamente ci è stato detto in faccia per simboli quel che in realtà veniamo considerati – “ed è apparso preferibile raccontare una bella favoletta simbolica piuttosto che la verità della creazione.”

Ma anche considerando il simbolo e guardando il resto del quadro e non solo lo scorcio istantaneo, il pastore non fa il lavoro che fa per hobby e non ha tempo da perdere a spiegare accuratamente alle pecore la ragione vera per cui le porta in giro a brucare erba: il pastore ha come obiettivo quello di mungere latte, tosare lana, e al termine del ciclo produttivo, macellare l’animale per ricavarne carne. Null’altro.

E questo è stato fatto all’umanità: essa è stata munta, tosata e infine macellata, con accurata e a suo modo pregevole continuità, per secoli e secoli. Sempre in nome di quella favoletta, tanto suggestiva, che ora il più suggestivo Big Bang o la più suggestiva Evoluzione Darwiniana, altre favolette scientifiche aggiornate e di maggior appeal per la nostra epoca di grandi domande ed inquetudini, si appresterebbero a sostituire, con l’imprimatur del capo della chiesa apostolica romana.

C’è infatti davvero ben poco, nell’attuale scienza ufficiale, che racconta qualcosa di vicino alle reali dinamiche con cui l’universo è nato e vive.

Ora, chi si investe della prerogativa di essere in contatto diretto con Dio, dichiara di operare per suo mandato, e blinda pertanto con il marchio della TEOLOGIA il proprio impianto dottrinario dagli attacchi di chi lo vorrebbe mettere in discussione, si presume che sin dall’inizio abbia in mano quelle verità assolute sui temi fondamentali in forza delle quali pretende per via dogmatica un superiore ruolo di guida rispetto al resto dell’umanità.

Se le ha, e sono verità universali rivelate, esse devono essere le stesse all’inizio del mandato quanto ora – duemila anni sono un soffio rispetto all’età dell’universo – quello che il PASTORE sapeva di fondamentale agli inizi dell’attività pastorale in merito alle sue pecore e al mondo in cui pascolano DEVE essere necessariamente lo stesso che sa adesso.

Se non lo è, e la verità da raccontare alle pecore è maturata con il tempo, l’autorità che deviene dalla secolare pretesa dei dogmi e dell’infallibilità è interamente e dall’inizio destituita di ogni fondamento.

Se lo è, e non è stata detta sin dall’inizio per pretestuose motivazioni didattiche, è anche peggio, poiché mentire sapendo di mentire è la forma primaria per controllare coloro a cui si mente. Un inganno sul piano spirituale di tale efferata gravità che un’unica cosa potrebbe rendere, se non accettabile, per lo meno tollerabile: un brillante risultato sul piano didattico.

E c’è forse stato questo risultato? L’umanità, dopo duemila anni di favolette dottrinarie, è forse migliore di quando si è cominciato ad “educarla” in modo così studiato? È tragicamente evidente che no, semmai è il contrario. La differenza rispetto alla notte dei tempi è che nell’epoca attuale abbiamo un maggior numero di elettrodomestici e mezzi di comunicazione, che ci hanno istruito a chiamare pomposamente “benessere”.

Ma l’odio, l’avidità, la bassezza, la violenza, l’invidia, l’arroganza e la cecità di fronte alla propria inettitudine sono gli stessi di sempre, con l’aggravante che un serial killer dell’età della pietra con la stessa quantità di violenza poteva ammazzare qualche umano del branco mediante faticose percosse a mezzo di asce silicee, un serial killer attuale entra in armeria, si compra per una cifra abbordabile quanto serve e alla prima stazione di metropolitana in orario di punta, può compiere con facilità una carneficina.

“Oops, la pecorella smarrita ha trucidato duecentocinquanta suoi simili, forse non ha capito bene quello che gli abbiamo raccontato rispetto a come è nato il mondo…”

“E pensare che abbiamo da sempre ingaggiato i migliori artisti per dare vita ad una visione che tutti potessero comprendere…”

(Gli artisti che hanno lavorato per il potere clericale sono stati usati da esso e in certa misura complici nell’imposizione di dottrine, concezioni, modelli sociali, solo i più dotati tra loro si sono ritagliati un’autonomia espressiva attraverso un uso stratificato di simboli.)

Insomma di fronte ad un tale sconsolante risultato per cui dopo due millenni di favole e dogmi l’umanità si trova sull’orlo di una crisi planetaria come mai nella sua storia si è verificata, la scelta con cui valutare l’operato del pastore nei confronti delle proprie pecorelle è obbligata: o si tratta di dolo o di incompetenza. In entrambi i casi – difficile dire quale il più grave – il termine del primato spirituale, morale e quindi del mandato a governare il gregge è l’ovvia conseguenza.

Di quello che, se preferite, potremmo riassumere con il termine di malafede.

Tacendo poi il fatto che, se ci hanno mentito su una questione fondamentale, chi ci dice che non l’abbiano fatto anche su tutte le altre? E come possiamo mai venire attendibilmente a capo di un dubbio così assillante?

Vale a dire che volendo essere realisti e costruttivi, la cosa più saggia per andare avanti è mettere l’attività in liquidazione, ringraziare la religione per ciò che di buono ha fatto – e c’è del buono, ci mancherebbe, l’ultima cosa che qui si vuol fare è generalizzare – esecrare quanto di orribile ha fatto – c’è anche quello, ahimé – e conteggiare i danni, così da ripartire gli indennizzi.

Già, perché l’umanità ha subito un danno, un danno immenso, spalmato lungo secoli e secoli. Se le sentinelle addormentate non lo vedono è perché guardano unicamente il loro orto e non il resto del mondo.

Ma chi scrive si considera danneggiato, e non è una boutade, è una convinzione che viene dal profondo.

E che poggia su un’unica, lampante costatazione, che tutti, se si sforzano per un istante a far funzionare l’attenzione, possono fare.

Il mondo in cui viviamo è edificato su stratificazioni di menzogne, a partire da quella di cui qui parliamo per giungere alle più materialistiche e triviali.

Continuare ad aggiungere altre menzogne è solo una corsa folle verso l’autodistruzione. Chiunque lo faccia, a qualunque titolo e in base a qualunque mandato, merita solo la dannazione perpetua.

Chiunque lo abbia fatto in passato, se lo ammette e intende ripianare la situazione per sopravvivere a sé stesso, deve obbligatoriamente disfarsi dei vantaggi acquisiti a scapito di coloro cui ha mentito. O quei vantaggi li perderà comunque di qui a poco.

Perché se esiste una via d’uscita dalla situazione in cui ci siamo cacciati, essa ha un solo ed unico nome: VERITA’.

Jervé


fonte: iconicon.it

1 commento:

  1. Parole Sante, amico! Parole Sante ...
    Mi sono sbattezzato già da un po' e come te mi definisco danneggiato, che la mia infanzia l'avrei passata a farmi meno problemi senza false dottrine nella testa!!!!
    E pensare che in storia andavo malissimo... Eppure proprio in essa è LAMPANTE l'azione predatoria della chiesa. Ma loro ancora lì a belare.
    Il lupo Franco'73

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