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La verità sull’immigrazione: chi la vuole e per quale fine?

Un attentato dell’organizzazione terroristica di Boko Haram. L’emigrazione non è un valore, è il dramma di chi fugge dalla miseria e dalla guerra.

Dopo il voto alle europee il Presidente della Commissione Europea si è detto preoccupato “in particolare” per il voto anti-immigrazione.


Cosa è per lui l’immigrazione?

L’immigrazione dal Terzo Mondo è un dramma, non un valore, eppure per qualcuno non è così:
“Siamo estremamente preoccupati” per la tendenza che emerge dal voto europeo. Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Jose’ Manuel Barroso, intervenendo a un simposio della Bce e riferendosi alla “tendenze populistiche” e in particolare al voto anti-imigrazione.
Questo testo riportato sul sito dell’agenzia ANSA nell’articolo Europee: Barroso, estremamente preoccupati dal voto, offre in pochissime righe un elemento di riflessione sul quale è necessario soffermarsi: perché per il Presidente è preoccupante un voto che denuncia l’emergenza immigrazione?

Come detto in apertura quando delle persone sono spinte ad emigrare siamo chiaramente di fronte ad un dramma, evidentemente non stiamo parlando dei ragazzi che vanno all’estero per avere qualche possibilità in più nella ricerca o nel mondo della finanza, si parla di intere popolazioni che di fronte alla tragedia della fame e del sottosviluppo cronico tentano l’ultima disperata carta dell’emigrazione clandestina. Il corretto atteggiamento di fronte a questo fenomeno dovrebbe essere quello di rimuovere le cause (legate profondamente alle politiche della Banca Mondiale e del FMI) che spingono a questo doloroso passo, invece niente di questo si sente nelle parole di Barroso, solo la preoccupazione che i cittadini europei siano allarmati per questo fenomeno.

Questo significa anche che Barroso, che ricordiamo non è uno qualunque ma il Presidente della Comissione Europea, non riconosce neanche il problema provocato nei paesi d’arrivo agli operai locali dall’immissione di tanta manodopera disperata e pronta a fare a meno di tutti i diritti del lavoratore conquistati in decenni di lotte sociali. In realtà gli immigrati sono un nuovo proletariato strumentalizzato al fine di far cadere tutti i diritti del lavoratore con il pretesto dell’accoglienza e della lotta al razzismo, il concetto è stato espresso chiaramente e sinteticamente da Diego Fusaro, il giovane filosofo continuatore dell’opera di Costanzo Preve. Dalla sua pagina Facebook si riporta il seguente passo:
Diego Fusaro
22 maggio alle ore 14.57 ·
La retorica dell’immigrazione, l’elogio a priori dell’immigrazione ecco un altro punto in cui emerge l’oscena complicità di sinistra e capitale. Non si tratta qui del problema dell’accoglienza dei singoli migranti, che è opera in sé umana e giusta. Si tratta, invece, del macrofenomeno dell’immigrazione che è promossa strutturalmente dal capitale e difesa sovrastrutturalmente dalle sinistre.
Il capitale ha bisogno dell’immigrazione per distruggere i diritti sociali e la residua forza organizzativa dei lavoratori. Il capitale mira a renderci tutti come migranti, senza diritti, senza lingua, senza coscienza oppositiva. L’immigrazione è uno strumento della lotta di classe, è lo strumento con cui il capitale uccide diritti sociali e abbassa il costo del lavoro. Chi critica il capitale senza criticare il fenomeno dell’immigrazione è un fesso; proprio come chi critica il fenomeno dell’immigrazione senza criticare il capitale.
Alla luce di queste considerazioni ecco che l’immigrazione si mostra nella sua valenza di strumento utile alle politiche di un’Europa e della Troika (che comprende quello stesso FMI che causa l’emigrazione dai paesi poveri) che ci chiede di rinunciare al welfare e di lavorare per stipendi sempre più bassi, ed ecco perché a Barroso e all’Europa, che egli rappresenta, il voto “anti-immigrazione” non piace.

Ma oltre alle implicazioni economiche l’immigrazione ha anche un’altra valenza, come spiegato nel 1996 da Giuliano di Bernardo (Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e fondatore nel 1993 della Loggia Regolare d’Italia) nel libro “La ricostruzione del Tempio“:
Una caratteristica specifica del nostro tempo, non riscontrabile nel passato, è data dall’osmosi delle razze… si pensi allo squilibrio sempre crescente tra popoli ricchi e popoli poveri che spinge questi ultimi a emigrare verso le regioni più opulente del pianeta…

Sembra che l’umanità si stia avviando verso la creazione di una razza unica e indistinta…

L’uomo del futuro potrebbe essere il risultato di un sincretismo di razze avallato geneticamente, un uomo senza razza, indistinto e indifferenziato, un uomo monotòno.  Dall’osmosi delle razze seguono importanti conseguenze. Innanzi tutto, le grandi religioni, che avevano suddiviso e raggruppato gli uomini sulla base di diverse dottrine teologiche, perderanno a poco a poco le loro specificità mentre l’umanità tenderà verso forme di religiosità da tutti condivise.
L’immigrazione che piace a Barroso per creare un nuovo proletariato che soddisfi le politiche di austerità e impoverimento della Troika, piace anche a Di Bernardo perché fornisce il substrato per una religiosità New Age funzionale ad un nuovo tipo di Uomo che sarà mutato antropologicamente in uomo “monotòno”.

Non si tratta quindi di mettere in discussione l’accoglienza ai migranti, come sottolinea Fusaro, ma di impedire che dietro il falso motivo dell’accoglienza un dramma come quello dell’emigrazione, venga proposto come un valore da difendere.

Sollevare correttamente il problema dell’immigrazione sarà dunque necessario per contrastare la nascita di un nuovo sottoproletariato del XXI secolo e quella di un nuovo uomo “monotòno” ad esso funzionale.

fonte: enzopennetta.it

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