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Cina: almeno 500.000 morti per l'alluvione "artificiale" del Fiume Giallo del 1938

Durante la guerra sino-giapponese, i nazionalisti cinesi guidati da Chiang-Kai-Shek ruppero volutamente gli argini del grande fiume, alluvionando oltre 50000 kmq di territorio, per fermare l'avanzata delle truppe nipponiche. L'operazione riuscì parzialmente dal punto di vista militare ma causò tra 500.000 e 1 milioni di morti.

Una delle alluvioni più tragiche di sempre, in termini di vite umane perdute, fu quella del Fiume Giallo (Huang He), in Cina, del giugno 1938. Quell'alluvione causò probabilmente circa 870.000 vittime, le stime del numero di morti oscillano comunque tra 500.000 e un milione. La cosa sconvolgente è che l'alluvione del Fiume Giallo del 1938 non fu un evento naturale, ma fu dovuta alla decisione dei nazionalisti cinesi, guidati da Chiang-Kai-Shek, di distruggere gli argini sul fiume presso Huayuankou per fermare l'avanzata dell'esercito giapponese in territorio cinese.

Soldati nei terreni alluvionati dal Fiume Giallo nel
giugno 1938. Fonte http://en.wikipedia.org,
immagine di dominio pubblico.
Dopo l'inizio della Seconda guerra sino-giapponese, nel 1937, l'esercito imperiale giapponese aveva infatti marciato velocemente nel cuore del territorio cinese. All'inizio di giugno del 1938 i giapponesi avevano il controllo di tutto il Nord della Cina. Il 6 giugno avevano occupato Kaifeng, la capitale del Henan, e minacciavano di prendere anche Zhengzhou. Zhengzhou era una città strategicamente importante, nodo stradale e ferroviario, e la sua caduta in mano giapponese poteva mettere in pericolo le ancora più importanti città di Wuhan e Xian.

Per interrompere l'ulteriore avanzata giapponese in Cina occidentale e meridionale e per guadagnare tempo per la preparazione della decisiva battaglia di Wuhan, Chiang Kai-Shek e i suoi consiglieri decisero allora di aprire la diga del Fiume Giallo vicino a Zhengzhou, per fermare l'avanzata giapponese alluvionando vaste distese di territorio. L'esatto luogo in cui distruggere gli argini era originariamente previsto essere Zhaokou, ma per il sopravvenire di difficoltà all'ultimo momento l'operazione fu finalizzata a Huayuankou.

Il Giappone, alleato della Germania e dell'Italia, aveva invaso la Cina nel luglio del 1937 nella speranza di vedere ufficialmente riconosciuta la sovranità giapponese de facto sulla Manciuria. La lotta costrinse Chiang-Kai-Shek ad allearsi con i comunisti, suoi acerrimi nemici. Molte persone, fra le quali il famoso fotografo Robert Capa, ravvisarono in quella guerra in Cina il fronte orientale della lotta mondiale contro il fascismo, il cui fronte occidentale era rappresentato dalla guerra civile spagnola. Molte delle immagini scattate da Capa in Cina ricordano quelle della Spagna, le fotografie di entrambi i conflitti stanno a dimostrare che la guerra riduce le nazioni a un comune denominatore di violenza e sofferenza. Ai primi di aprile del 1938, poco dopo il suo arrivo in Cina in compagna del cineasta Joris Ivens, Capa fotografò la battaglia di Tai'erzhuang, considerata in assoluto la prima disfatta subita dall'esercito giapponese. Successivamente, Capa trascorse molto tempo a Hankou, la capitale provvisoria, esposta a pesanti bombardamenti. Alcune delle immagini più intense della carriera di Capa, sia dal punto di vista emotivo che fotografico, documentano le conseguenze delle incursioni aeree giapponesi. Capa fotografò anche le alluvioni che devastarono vaste aree quando Chiang-Kai-Shek ordinò di far saltare gli argini del Fiume Giallo per fermare l'avanzata dei giapponesi.

La piena iniziò a riversarsi fuori da Huayuankou al primo mattino del 9 giugno 1938. Il risultato, con il fiume vicino al suo picco di piena annuale, fu l'inondazione di 54.000 kmq di territorio nelle province di Henan, Anhui e Jiangsu nonché la deviazione del corso del Fiume Giallo più a sud, protrattasi per 9 anni. La cifra esatta del numero di vittime nell'alluvione rimane controversa. Le stime vanno da 500.000 a 1 milione di morti, con molti milioni di senzatetto e sfollati. I dati sono stati rivisti dal governo cinese e da altri ricercatori per decenni dopo l'evento, ma ci sono poche certezze sui dettagli delle perdite umane e dei danni di questo evento. Le cause di morte principali sono state annegamento, malattie e fame.

Per raggiungere completamente l'effetto sorpresa sulla forza d'invasione giapponese, il governo nazionalista cinese decise di non informare la popolazione prima di distruggere gli argini. L'alluvione sommerse milioni di case e, dato che non erano stati informati in anticipo, la maggioranza degli abitanti non ebbero il tempo di fuggire. E'tuttora oggetto di discussione se fosse necessario distruggere gli argini ad Huayuankou per causare l'alluvione. Militarmente, si sostiene che la strategia possa considerarsi in parte riuscita, dato che ancora nel 1940 i giapponesi erano essenzialmente in una situazione di stallo con le forze cinesi, in quanto l'alluvione aveva creato "problemi per la mobilità dell'esercito giapponese". Il costo in termini di vite umane fu però inaccettabile.

Gli argini sono stati ricostruiti nel 1946 e nel 1947 il Fiume Giallo fu restituito al suo corso precedente al 1938.

Giovanni Staiano
fonte: meteogiornale.it

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