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10 motivi (controvertibili) che provano l'esistenza di Dio

1) Io sono convito che Dio esiste, quindi Dio esiste.

«Non è una strana coincidenza? Quasi tutti hanno la stessa religione dei genitori. E guarda a caso è sempre la religione giusta. Le religioni funzionano in famiglia. Se fossimo stati educati nella Grecia antica staremmo tutti ad adorare Zeus e Apollo. Se fossimo nati Vichinghi staremmo ad adorare Wotan e Thor. Come siamo giunti a questo? Attraverso l'indottrinamento dell'infanzia». (Richard Dawkins)


Tutti i membri di ogni professione religiosa sono intimamente convinti che la propria divinità esista nel mondo reale. Ma perché credono esattamente nell'esistenza delle divinità della loro religione e non in quelle delle altre professioni religiose presenti, passate o che siano umanamente concepibili?

Se sei cattolico credi in Dio, e non nelle divinità degli altri, perché sei nato in un certo luogo del mondo e in un dato periodo storico piuttosto che in un altro, non perché il tuo dio sia più reale di quello delle altre professioni. Stranamente nessun dio è mai sopravvissuto alla morte di tutti i suoi fedeli. L'unica differenza sostanziale tra Dio, Zeus, Odino, Amon-Ra, Vishnu, l'Invisibile Unicorno Rosa e il Mostro degli spaghetti volante, consiste nell'indottrinamento e negli ulteriori condizionamenti sociali subiti dai membri dei rispettivi culti. Non a caso la Chiesa Cattolica è ben attenta ad interferire con le giovani menti, proprio nel periodo in cui sono più indifese e malleabili. Successivamente i processi necessari ad instillare la creduloneria devono estendersi a tutte le fasce d'età. Per questo esistono i vari rituali con cadenza periodica, come le classiche stregonerie che avvengono la domenica mattina. La stessa identica cosa era (ed è) ben nota a tutti i capi di stato delle ideologie del passato (e del presente) che, per instillare la fede nel partito dittatoriale di turno, cominciarono proprio dalla formazione scolastica. Un classico esempio è rappresentato dai giovani Balilla o dalla gioventù Hitleriana, ma anche oggi, mutatis mutandis, le medesime dinamiche avvengono con l'ideologia Europeista e quella del libero mercato, perché una qualsiasi dottrina ideologica, che ricorre a presunte verità dogmatiche, necessita anche d'incalzanti processi di condizionamento sociale per essere accettata e quindi attuata. Il fatto che ci si riferisca ad essi con i termini di propaganda, nel caso della politica, o d'indottrinamento, nel caso della religione, non fa alcuna differenza: il fine è instillare una visione acritica nei confronti di un certo numero di presunte verità, illudendo la massa che corrispondano effettivamente alla realtà. Il credente è fermamente convinto che il suo dio esiste perché è stato indottrinato, non perché dio esiste realmente. Similmente l'ideologia europeista e quella economica neoliberista sono predominanti, non perché portino al benessere degli esseri umani (l'evidenza empirica ci dice esattamente il contrario), ma a causa della formazione scolastica, universitaria e per colpa della continua propaganda che avviene attraverso i mass-media, con tutta la loro nutrita schiera di giornalisti e pennivendoli asserviti al sistema. Ci si può convincere quanto si vuole che il neoliberismo conduca al benessere, ma la nostre convinzioni devono fare i conti con la realtà, anche in ambito religioso. Per quanto un essere umano possa credere fermamente nell'esistenza di “un cane che parla perfettamente l'inglese dal suo didietro” (cit. Paulos), quel cane non esisterà, perché la creduloneria non implica l'esistenza fisica dell'oggetto della fede, né tanto meno l'effettiva bontà dell'ideologia europeista a forte stampo neoliberista, dal momento che nel nostro universi i cani non parlano e visti i 120 milioni di poveri che vivono attualmente in Europa.

2) Dio ha creato l'uomo, quindi Dio esiste.

«Gli uomini creano gli dèi a propria immagine, non solo riguardo alla loro forma, ma anche al loro modo di vivere».  (Aristotele)

«L’uomo si crea un Dio a propria immagine, e ogni Dio invecchia insieme con gli uomini che lo hanno creato». (David Herbert Lawrence)

I cattolici creazionisti affermano che Dio ha creato l'uomo, quindi, commettendo una petizione di principio, concludono che Dio esiste. Purtroppo però la scienza ha ormai smentito in modo definitivo questa affermazione: l'uomo non è stato creato bensì si è evoluto. Così, purtroppo, si rivela errata anche la premessa. La spiegazione più plausibile non è che Dio ha creato l'uomo semmai il contrario, è l'uomo che crea Dio, a sua immagine e somiglianza, per giunta! Affermare che Dio è venuto prima dell'uomo, è come dire che Spiderman sia esistito prima di Stan Lee e Steve Ditko, che sono i suoi ideatori. Più in generale si può pensare che ogni divinità ad oggi nota sia sempre stata un'invenzione umana, un parto della fantasia e della creatività (se preferite), non il contrario. Infatti, senza un'umanità che ipostatizzasse concetti e qualità (ipostatizzare significa astrarre dalla realtà fenomenica concetti, qualità etc rendendoli per sé sussistenti) nessun essere immaginario sarebbe mai stato concepito, e anche in nostra presenza continuerà solo ad essere concepito quindi, al limite, a vivere nel mondo delle idee, ma non in quello della realtà. Infatti quando concepiamo un Tarta-sauro volante, egli non esiste nel mondo reale, ma solo in quello della nostra immaginazione, perché convincersi che un essere immaginario esista non implica la sua esistenza nel mondo reale.

3) Gli atei sono in minoranza, per ciò si sbagliano, quindi Dio esiste.

«Quando mi è stato chiesto se ero ateo, mi sono divertito a sottolineare che chi mi rivolgeva la domanda era a sua volta ateo nei confronti di Zeus, Apollo, Amon-Ra, Mitra, Baal, Thor, Odino, il vitello d'oro e il Mostro Volante degli Spaghetti. In fondo, sono ateo solo nei confronti di un dio in più». (Richard Dawkins)

I credenti affermano che gli atei sono in netta minoranza, ma le cose stanno esattamente così? Chi afferma di credere nel suo dio è “stranamente” ateo nei confronti delle divinità delle altre professioni religiose presenti e passate. Spesso nemmeno se ne rende conto! Ora, dal momento che il credo che vanta più adepti ha un numero di fedeli minore della metà della popolazione mondiale, ne deduciamo logicamente che a prescindere da quale sia la divinità nella quale si crede, in ogni istante e per ogni scelta attuabile la maggior parte della popolazione mondiale ritiene che quella divinità non esiste! Ad onor del vero bisogna fare un'ulteriore precisazione. Essere in minoranza non significa necessariamente avere torto. Il numero di persone che si convince di un certo fatto a proposito dei fenomeni dell'universo non interessa minimamente all'universo, perché (per quanto ne sappiamo oggi) la realtà prescinde dalla nostre convinzioni sulla realtà. Se tutti credessimo che la Terra si trova ferma e immobile al centro dell'universo con il Sole che gira intorno ad essa, la Terra continuerebbe a fluttuare nello spazio compiendo la sua classica orbita ellittica con il Sole posto in uno dei due fuochi, e tutto ciò continuerebbe ad avvenire indipendentemente dal «Fermati, o sole, su Gabaon, e tu, luna, sulla valle di Aialon!» di (Gs 10, 12) presente nella Sacra Bibbia che, tra l'altro, dovrebbe contenere le Verità di un Dio onnisciente e veridico, che in questo modo, ovvero contraddicendo gli attributi che lo definiscono, dimostra di non esistere. Come? Ah, certo... i profeti possono aver frainteso, l'interpretazione non è corretta, Dio non dice mica sempre la verità, solo qualche volta... o quale altra scusa bisognerà adottare per far continuare ad esistere necessariamente un Dio del tutto inutile alla nostra esistenza?

4) Io ho le prove, quindi Dio esiste.

«Se Dio esiste, non c'è bisogno di crederci. Se ci si crede, vuole dire che l'evidenza del suo esistere è morta». (Jean Baudrillard)

«Ciò che può essere asserito senza prove concrete può essere anche rifiutato senza prove concrete» (Euclide)

Molti credenti dicono di essere certi dell'esistenza di Dio perché hanno delle prove, il che è già di per sé un'eclatante paradosso. Non esiste alcuna prova oggettiva, e quindi condivisibile (non sto parlando di convinzioni soggettive, tipo io lo sento, io l'ho visto, io ci parlo, che potrebbero condurre qualsiasi persona che ammettesse la stessa cosa nei confronti di un fantasma in manicomio), né tanto meno dimostrazione alcuna che sia logicamente valida, a favore dell'esistenza di Dio. Ciò rappresenta un fatto del tutto scontato, altrimenti non sarebbe richiesta in modo esplicito la fede nella sua esistenza. In presenza di fatti oggettivi e corroborati, la religione non si chiamerebbe più religione ma scienza, e non ci sarebbe più neanche il bisogno di credere alle evidenze, in quanto tali. Non solo non ci sono prove o dimostrazioni che reggano ad un'attenta analisi, ma anche le argomentazioni portate a supporto dell'esistenza di Dio solitamente sono accompagnate da passaggi fallaci, più o meno insidiosi, individuabili da chiunque abbia dimestichezza con la logica e con il ragionamento razionale. Ciò che resta è per l'appunto solo una personalissima sensazione/visione di Dio che, purtroppo, non ha valore per tutto il resto dell'universo. Se io dichiarassi di sentire con tutto me stesso la presenza dell'essere divino Zwyxk, creatore di tutte le altre divinità, e di essere convintissimo della sua esistenza perché mi si è manifestato, pur essendo invisibile agli occhi di chi non crede in lui, voi che cosa pensereste di me?

5) L'esistenza circolare: Dio esiste, quindi Dio esiste.

«Poiché conoscere la logica permette di cogliere persino Dio in fallo, non c'è da stupirsi che l'insegnamento di questa disciplina sia spesso stato ritenuto un'opera del Demonio» (Piergiorgio Odifreddi)

Per affermare l'esistenza di Dio i credenti sono soliti ricorrere al supporto delle Sacre Scritture, affermando che tutti i redattori/traduttori/copiatori e interpreti sono stati divinamente ispirati/guidati. Quindi il messaggio di Dio sarebbe arrivato fino a noi immutato, vero e autentico. Questi testi magici, al netto di numerose storie fantasy, stragi, misoginia e quant'altro, ci dicono che Dio esiste. Quindi, secondo la logica dei cattolici, Dio esiste, perché loro possiedono un testo ritenuto sacro, che si dice sia stato scritto da persone ispirate da Dio, all'interno del quale c'è scritto che Dio esiste. Ovvero, dato che il ragionamento è sequenziale e circolare, Dio esiste perché Dio esiste, che è una palese fallacia logica autoreferenziale: la tesi è identica all'ipotesi, facile no? Ammettendo per assurdo che il ragionamento sia valido, ciò implicherebbe che qualunque essere immaginario, protagonista di un testo, che si dice sia stato ispirato da quella divinità, e nel quale c'è scritto che quell'essere esiste, dovrebbe automaticamente esistere anche nel mondo reale! Un bel abracadabra logico! La qual cosa evidentemente non funziona, perché quando su questo blog scrivo in modo ispirato: "il Drago-cane-maiale-mucca volante esiste e si nutre di divinità”, intendendo un mostro in carne e ossa assemblato con la testa di un cane, il corpo di una mucca, le gambe di un maiale e le ali di un drago, poi, per fortuna, il Drago-cane-maiale-mucca volante non si manifesta nel mondo reale, pur facendo certamente compagnia a Dio in quello dell'immaginazione, per sua sfortuna!

6) L'argomento dell'ignorante: io sono ignorante, quindi Dio esiste.

«Se l'ignoranza della natura ha dato vita a Dio, la conoscenza della natura è stata fatta per la sua distruzione». (Percy Bysshe Shelley)

L'argomento dell'ignorate è riassumibile così: "io sono ignorante, ergo Dio esiste". Il credente afferma che siccome esistono fenomeni che non riusciamo a spiegare allora Dio esiste, insinuando che la presunta esistenza di questo essere immaginario, per qualche strana ragione, abbia una valenza esplicativa. Ora, quando non riusciamo a spiegare un fenomeno, innanzitutto è bene pensare che dipenda semplicemente dalla nostra ignoranza, e che quindi non è detto che anche tutti gli altri esseri umani non siano in grado di riuscirci; anche ammesso che nessuno sia effettivamente in grado di farlo, ciò non significa che in futuro qualcun altro non ci riuscirà; se poi la spiegazione di quel dato fenomeno fosse intrinsecamente inaccessibile agli esseri umani a causa della loro natura, purtroppo per i credenti, anche in quel caso l'ignoranza non implicherebbe l'esistenza di alcun dio. Inoltre, assumere in modo dogmatico l'esistenza di un essere immaginario sovrannaturale (qualunque cosa esso sia) pretendendo così di spiegare un fenomeno che attualmente (o potenzialmente) nessuno sa come funzioni, di certo non rappresenta una spiegazione soddisfacente, semmai è un atteggiamento stupido e infantile, del tutto inutile per accrescere la conoscenza umana. L'ignoranza non implica l'esistenza di Dio, mentre la presunta esistenza di Dio non contribuisce a diminuire la nostra ignoranza, semmai l'incrementa. Introdurre ipotesi ad hoc, ricorrendo a esseri metafisici muniti di super poteri, di certo non è la via corretta per indagare i fenomeni dell'universo. Com'è ben noto, una dilagante fede in Dio non conduce alla conoscenza ma all'oscurantismo.

7) La scienza non riesce a dimostrare che Dio non esiste, quindi Dio esiste.

«La divinità o vuol togliere i mali e non può, oppure può e non vuole o anche non vuole né può o infine vuole e può. Se vuole e non può, è impotente; se può e non vuole, è invidiosa; se non vuole e non può, è invidiosa e impotente; se vuole e può, donde viene l’esistenza dei mali e perché non li toglie?» (Epicuro)

Il credente è convinto che con la scienza, o più in generale ricorrendo ad un approccio logico-razionale, non si possa dimostrare che Dio non esiste, ma anche in questo caso le cose non stanno esattamente così. Infatti, come sostenne già David Hume, per dimostrare l'impossibilità dell'esistenza di un essere ipotetico è sufficiente supporre per assurdo che quell'essere esista e derivare una contraddizione, sempre se non si vuole affermare che un essere logicamente contraddittorio possa esistere, che sembrerebbe una posizione del tutto irragionevole. Ma per tentare una reductio ad absurdum sull'inesistenza di Dio, innanzitutto serve una sua definizione puntuale sulla quale poter produrre le inferenze logiche. Pretendere che si riesca a dimostrare l'esistenza (o l'inesistenza) di Dio senza neanche degnarsi di dare una definizione decente del concetto di Dio, o perlomeno quali siano le proprietà/capacità che lo caratterizzano, è davvero fuori dalla portata di ogni essere senziente, per quanto intelligente esso sia, fosse anche l'onnipotente Dio dei cattolici. Banalmente, se ci chiedessero di dimostrare l'inesistenza di Zwyxk, senza specificare minimamente chi o che cosa sia, come si potrebbe pensare che l'impresa sia possibile? Eppure con Dio è ciò che accade. Interrogando i credenti si scopre che la maggior parte di loro non ha la più pallida idea di che cosa sia Dio, non sanno neanche dare una definizione univoca! I più si costruiscono una definizione prettamente soggettiva, che quindi non ha alcun valore universale in quanto può addirittura cozzare con la personalissima concezione degli altri. Le definizioni più puntuali invece, quando vengono specificate con maggior esattezza, conducono a contraddizioni che implicano l'impossibilità logica dell'esistenza di un essere siffatto, quindi, una volta imparata la lezione della Scolastica, i credenti hanno capito che è sempre bene rimanere sul vago quando si arrangia una definizione di Dio. Ancora meglio è non definirlo affatto, lasciando in essere solo un concetto fumoso e mutevole. In questo modo il credente vince sempre, perché qualora una definizione venisse smentita logicamente, il credente non dovrebbe far altro che ripudiare la dimostrazione che prova la contraddittorietà della sua definizione di Dio, sostituendo immediatamente ciò che aveva appena sostenuto con un'altra definizione, magari ancora più fumosa o contorta, tipo la gettonatissima "Dio è amore". Fate attenzione, l'amore è un sentimento, ed i sentimenti sono delle complesse interazioni chimico-fisiche... cosa ne dovremmo dedurre, che Dio è una reazione chimico-fisica che avviene nella nostra testa? Quindi Dio sarebbe una proiezione del nostro cervello scaturita a causa di fenomeni di tipo chimico-fisico, che s'innescano per cause ambientali esterne a noi... Un po' come quando incontriamo un altro essere umano e ci innamoriamo, mentre invece il nostro amico/a non prova nulla per quel ragazzo/a. E' molto interessante come teoria, ma ciò implica che Dio esiste solamente nella nostra mente (ed in particolare in quella di chi crede/di chi è innamorato), ovvero non esiste nel mondo reale ma solo in quello dell'immaginazione, che rappresenta una posizione non troppo dissimile da quello che sostengono da sempre gli atei. Perbacco che disastro! "Dio è amore" implica che Dio non esiste per tutti nel mondo reale, ma è solo un'illusione soggettiva! Ah certo, ora Dio non è più amore è qualcos'altro, giusto? "Dio è", Ah davvero? E perché non "Dio ha"? A me piace di più la seconda, no? Quindi, dal punto di vista logico è possibile provare la non esistenza (o in modo duale l'esistenza) derivando una contraddizione dalla negazione dell'assunto iniziale, quindi supponendo che esista (o che non esista). Se l'esistenza di quell'essere è contraddittoria quell'essere non esisterà, in quanto già a livello logico è stata stabilita l'impossibilità dell'esistenza. Se però questo processo non avviene, e quindi non si riesce a derivare una contraddizione né dall'ipotesi di esistenza né dalla non esistenza, ciò non implica necessariamente l'esistenza (o la non esistenza) di quell'essere anche nel mondo reale. Entrambi gli scenari restano possibili nel mondo della realtà. Ancora, anche se si riuscisse a dimostrare in modo logico l'esistenza di un essere, derivando una contraddizione dall'assunto della sua non esistenza (che è quello che vorrebbero i credenti), anche in quel caso ciò non implicherebbe l'esistenza nel mondo reale, ma solo la certezza dell'esistenza nel mondo del pensiero e la rispettiva possibilità teorica dell'esistenza nel mondo fisico. Perché? E' molto semplice, l'esistenza nel mondo reale ha bisogno di evidenze empiriche. E' possibile dimostrare empiricamente che una cosa esiste? Certo, basta trovarla, avvistarla o misurarla. Capite quindi che per dimostrare empiricamente che un essere che può esistere in teoria nella realtà non esiste, bisognerebbe frugare ogni angolo dell'universo al medesimo istante temporale, ammesso che sia possibile e che quello che ho appena detto abbia un senso fisico. Il che, in qualunque caso, è del tutto improponibile. Ma badate bene, questo argomento sussiste per qualsiasi personaggio immaginario logicamente non contraddittorio. Ne segue che l'atteggiamento corretto è che un essere immaginario non esiste fino a prova contraria, ovvero innanzi alla sua manifestazione, altrimenti l'universo dovrebbe pullulare di mostri immaginifici che svaniscono immediatamente innanzi alla dimostrazione della loro inesistenza, il che sarebbe molto stravagante! Quindi nel mondo reale non è che Dio esiste fino a prova contraria, bensì l'opposto, ovvero Dio, così come qualsiasi altro essere non contraddittorio del mondo dell'immaginazione (si pensi pure a Spiderman, ad Amon-Ra o all'Invisibile Unicorno Rosa), può esistere ma è molto, molto... molto improbabile che esista, e quindi sosteniamo razionalmente che non esiste fin quando non si ha almeno un'evidenza empirica oggettiva che sancisca la sua esistenza. A quel punto e solo a quel punto, si potrà discutere se quell'essere sia esistito già prima della nostra osservazione. Il ragionamento è banale se applicato al bosone di Higgs. La catena logica è la seguente: il bosone è stato concepito teoricamente in modo non contraddittorio, quindi la sua esistenza è fisicamente possibile, poi è stato osservato nel mondo reale quindi è stato provato che esisteva effettivamente, e così si è potuto riflettere sul fatto se fosse esistito o meno anche prima delle osservazioni. Razionalmente la stessa cosa deve avvenire anche con Dio, o con qualsiasi altro personaggio immaginario. Non si può affermare che un essere immaginario esiste a priori nel mondo reale solo perché qualche essere umano s'illude della sua esistenza, altrimenti l'universo dovrebbe essere colmo dei mostri partoriti dalle menti di tutti i bambini impauriti che sono vissuti nel mondo, cosa che evidentemente non è, in quanto le nostre illusioni non hanno il potere di plasmare direttamente oggetti nella realtà.

8) L'argomento dell'orologiaio: tutto è stato creato, quindi Dio esiste.

«E' strano: il fatto che noi ci siamo evoluti, banalmente, grazie alla selezione naturale offende moltissimo i fondamentalisti. La versione biblica secondo cui siamo stati creati da una manciata di fango, invece, non li turba minimamente». ( John Allen Paulos)

Il credente che cammina sulla spiaggia, ad un certo punto, trova un orologio. Osservandolo ne riconosce un'indubbia complessità che, ammette, non può essere frutto del caso. Poi si guarda intorno e vede una complessità ancora maggiore, allora inferisce che così come l'orologio è stato creato, e quindi dev'essere esistito un creatore dell'orologio, allora anche tutto il resto è stato creato, in particolar modo l'uomo e/o l'universo, ergo Dio esiste. Un ragionamento che fa acqua da tutte le parti. In prima approssimazione possiamo ridurlo, senza perdere di generalità, al seguente motto: “tutto è stato creato quindi esiste un creatore”. Così facendo si commette una petizione di principio, perché l'affermazione "tutto è stato creato" contiene già in modo implicito l'esistenza di almeno un creatore.  Ma anche se fosse, chi ci assicura che l'eventuale creatore sia proprio quel Dio in cui crediamo e non un altro? La premessa poi è già di per sé falsa. Non è vero che tutto è stato creato, perché, con buona pace dei creazionisti, già l'uomo non è stato creato, ma si è evoluto. Poco male, perché l'argomento può essere riformulato spostando la creazione sull'universo e non sull'uomo. Ma anche in questo caso non c'è niente da fare per il credente! Se fosse vero che l'universo è stato creato da un creatore di nome Dio, allora potremmo chiederci chi ha creato il creatore dell'universo? Un meta-creatore? Ciò condurrebbe ad un regresso all'infinito di meta-meta-...-creatori, del tutto ridicolo. Ora il credente potrebbe affermare che Dio non è stato creato ma è sempre esistito. Ma allora perché la stessa posizione non potrebbe valere per l'universo? Il credente potrebbe ribattere che una simile complessità non può che essere scaturita da un progetto intelligente. Ma un simile essere in grado di concepire una simile complessità, che tipo di complessità dovrebbe manifestare a sua volta? Perché per spiegare un certo tipo di complessità (quella dell'universo) se ne somma dell'altra (universo + complessità di dio)? Perché aggiungere domande su domande che scaturiscono inevitabilmente dall'aggiunta di un'ipotesi arbitraria che ci appare sovrabbondante? Il credente di solito è ignaro del fatto che l'attuale complessità, in realtà, potrebbe essere scaturita da poche leggi fondamentali, che hanno interagito per un lungo periodo di tempo. Poche e semplici regole sono poste alla base del “Gioco della vita”, un automa cellulare sviluppato dal matematico inglese John Conway sul finire degli anni sessanta, che a dispetto della semplicità delle sue regole consente di generare dinamiche di complessità arbitraria. In particolare si può dimostrare che l'automa cellulare del  “Gioco della vita” è potente tanto quanto un qualunque computer con memoria infinita, ovvero è Turing equivalente. Alcuni fisici/matematici iniziano a congetturare che lo stesso universo non sia altro che un automa cellulare. Quello che vediamo noi oggi, e che ci sembra inspiegabile, potrebbe essere l'effetto cumulato di miliardi, di miliardi... di miliardi d'interazioni avvenute durante un intervallo di tempo enorme, ma in realtà ognuno di quei piccoli passi che ha consentito di scalare la montagna della complessità, era estremamente semplice ed essenziale. Lo stesso identico principio è alla base della teoria dell'evoluzione, che purtroppo per i creazionisti è sempre più corroborata, anche grazie agli ultimi risultati della genetica. In definitiva, potremmo ritenere che le regole dell'ipotetico automa cellulare dell'universo lo caratterizzino in modo intrinseco, determinandone tutte le dinamiche senza alcuna necessità di ricorrere all'ipotesi di dio. 

9) La maggior parte degli scienziati è credente, quindi Dio esiste.

«La scienza non ha fatto progressi che dopo aver eliminato Dio». (Pierre-Joseph Proudhon)

I credenti sono soliti affermare che i più grandi scienziati erano credenti, quindi concludono che Dio esiste. Innanzitutto Dio non esiste per principio di autorità, anche se l'uomo più intelligente della terra (che per inciso è stato un certo William James Sidis con un QI stimato di 254 punti) affermasse che Dio esiste, la realtà dell'esistenza o meno di Dio non verrebbe scalfita minimamente (per inciso Sidis era ateo). Detto questo, bisogna tenere in considerazione che la scienza moderna, contrariamente a quanto si pensa, si è sviluppata solo negli ultimi secoli: prima di Galileo non esisteva neanche l'idea del metodo scientifico, e i criteri di scientificità di una teoria, il più famoso è quello della falsificabilità enunciato da Popper, sono del Novecento. Quindi, forse un tempo quando la scienza non era ancora in essere, o quando dichiarare il proprio ateismo avrebbe comportato l'accensione di un bel falò, la maggior parte degli scienziati affermava di credere in una qualche forma di Dio, che non necessariamente s'identificava con quello delle religioni classiche (tipo cattolicesimo). Molti dei presunti scienziati che i credenti portano in modo fazioso dalla loro parte, in realtà, o non credevano in Dio ma non potevano ammetterlo, o se credevano di certo non avevano in mente un essere come quello immaginato dal tipico membro indottrinato dalla Chiesa Cattolica. Uno su tutti, forse il più famoso: Albert Einstein. Egli non credeva assolutamente in Dio (quello con la D maiuscola), tant'è che in un suo famoso aforisma arrivò ad affermare che: «per essere l'immacolato componente di un gregge, prima di tutto bisogna essere una pecora»; il noto fisico credeva invece nell'esistenza di un ordine naturale, che l'uomo poteva cogliere attraverso la ragione e l'osservazione, questo era il dio di Einstein (banalizzando al massimo l'idea), egli aveva un approccio spinoziano, se preferite, che cozza con l'idea classica di Dio, in particolar modo con la Divinità di quelli che si abbeverano alla fonte della Sacra Bibbia. Al giorno d'oggi le statistiche ci mostrano che al crescere delle conoscenze scientifiche (stranamente) la percentuale degli atei sale, fino a raggiungere il picco massimo nell'élite degli scienziati della National Academy of Sciences, dove solo il 7% afferma di credere in un dio personale. Finita l'epoca dei falò la stragrande maggioranza degli scienziati non crede in Dio e può anche dichiararlo pubblicamente. Inoltre più un essere umano studia la scienza e quindi si avvicina alla comprensione dei meccanismi dell'universo, più diventa ateo. Chissà perché? 

10) I miracoli avvengono, quindi Dio esiste.

«I misteri non sono ancora miracoli». (Johann Wolfgang Goethe)

«Esistono delle regole che ci vietano di confidare in un miracolo. È assurdo pensare di potersi ritrovare un giorno improvvisamente colti se non si è mai letto un libro, oppure rispettati quando ci si è sempre comportati ingiustamente. Questi sono miracoli che non possono accadere, così come dal giallo con l'azzurro nascerà sempre il verde, e non il rosa o il marrone. Il verde è matematico» (Roberto Citran)

La questione inerente i miracoli è il classico cavallo di battaglia dei credenti, che in realtà si rivela essere un cavallo di troia in grado di smentire le loro stesse illusioni. L'esistenza dei miracoli si può attaccare banalmente sia sul piano logico che su quello empirico. Se si suppone che Dio può intercedere compiendo opere miracolose grazie alla sua onnipotenza, allora non si capisce perché, nella sua infinita bontà, abbia scelto di non intervenire in occasioni clamorose come gli stermini avvenuti nei Lager nazisti, mentre invece si lasci intenerire sporadicamente da qualche credente che si reca in pellegrinaggio in un presunto luogo sacro. Cos'è, forse per il buon Dio il dolore di 6 milioni di esseri umani conta di meno di quello di qualche singolo individuo? Quindi, se può intervenire Dio approva i massacri, mentre se non può intervenire i miracoli non esistono. Le cose son due: o Dio è un nazista di quelli convinti, e quindi non è buono, o non è onnipotente... o forse son tre e, molto più semplicemente, Dio non esiste. Empiricamente parlando è facile osservare che i presunti miracoli sono sempre fisicamente possibili. In altre parole, perché non è mai esistito nessun miracolato al quale è ricresciuta un'intera gamba dopo che gli è stata amputata? Perché le persone che perdono gli arti non ricevono mai l'attenzione di Dio? Com'è noto esistono numerosissimi casi di remissione spontanea dalle malattie, che sono stati documentati in modo scientifico, e che implicano una certa capacità del corpo di curarsi in modo autonomo, sotto particolari condizioni. Ovviamente non siamo lucertole, e quindi non esistono remissioni spontanee da amputazioni, così come non esistono miracoli in tal senso. Che strano! A questo punto basta fare 2+2, o forse no? Alcune volte i presunti miracoli assumono addirittura carattere tragi-comico, come nel caso dell'attentato che ha interessato papa Giovanni Paolo II. I credenti affermano che la madonna di Medjugorje sia intervenuta per deviare il proiettile quel tanto che bastava per consentire al pontefice di evitare la morte, ovviamente dopo ore e ore di delicati interventi chirurgici... Ma scusate, già che c'era non poteva fermare del tutto la pallottola, o deviarla in modo tale da non farlo colpire? E poi, su che base affermiamo che è stata proprio la madonna di  Medjugorje, invece che quella di Lourdes o quella di Fatima? Ma la Madonna non era una? E perché non potrebbe essere stato Dio? O il Mostro degli spaghetti volante? Mistero della fede...

Mirco Mariucci

fonte: utopiarazionale.blogspot.it

1 commento:

  1. Complimenti, ottima argomentazione. Nella lettura di questa tua trattazione, e nello specifico, quando si parla di trasposizione continua dell'idea di Dio, a fronte di confutazioni logiche, mi è venuto in mente un discorso di Igor Sibaldi, presente nel suo libro "Il Libro Della Creazione, dove tratta, nei primi capitoli, l'argomento della rimozione. Rimozione intesa come disturbo psichiatrico di nevrosi da rimozione, trasposto alla collettività e alla comunità dei credenti.

    Pertanto stando a ciò che tu affermi, e a ciò che afferma Sibaldi, di fatto la realtà è che è quasi impossibile eliminare il concetto di dio dalla mente dei più, per via della loro "nevrosi", e per la loro capacità "tutta ignorante" di trasporre la sua figura, il suo ruolo, a diverse mansioni, che spesso coincidono con qualcosa di ancora insoluto scientificamente.

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