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FUNGHI ALLUCINOGENI, curano la depressione: lo dice la scienza!

La depressione, insieme all’ansia, è forse il disturbo del secolo: in Italia ne soffre 1 persona su 4, negli Stati Uniti una su 10.

Eppure non c’è ancora una soluzione ufficiale a questo problema, gli psichiatri ci provano con i farmaci, i terapeuti ci provano con diversi approcci, sappiamo che alcune cose sono più efficaci di altre ma qualunque trattamento non va mai a colpo sicuro.

Ma davvero se non ci riescono gli psichiatri possono farcela i funghi allucinogeni a guarire la depressione?


Prima di capire come sia possibile voglio spiegarvi in breve come succede che a un certo punto compaia la depressione.

Ci sono tantissimi libri a riguardo e non pretendo di essere esaustiva ma semplificando molto questo è quello che succede: ci sono degli eventi nella vita di una persona che provocano degli squilibri chimici nel cervello, riducendo il numero di alcuni neurotrasmettitori. Tutto ciò provoca la comparsa dei tipici sintomi della depressione (come apatia, insonnia o ipersonnia, inappetenza, ecc.).

Gli eventi che possono causare questi squilibri sono due, secondo la Harvard Medical School: stress e traumi

Come agisce lo stress sul cervello?
Mi riferisco ovviamente ad uno stress prolungato nel tempo. Quindi tranquilli, se avete avuto una giornata stressante non siete a rischio depressione.

A livello fisico funziona così:
  • Una delle principali aree del cervello coinvolte nella depressione è nell’ippocampo (che è il centro emotivo del cervello)
  • Lo stress sopprime la produzione di nuovi neuroni nell’ippocampo
  • L’ippocampo non funziona più bene come dovrebbe.
Pensate che uno studio pubblicato dal The Journal of Neuroscience  ha trovato che le donne con una storia di depressione hanno addirittura un ippocampo più piccolo.

E il trauma?

Qui c’è poco da aggiungere, traumi importanti o la perdita di una persona cara sono fra le principali fonti di depressione, spesso del tutto inconsce. Se una persona non riesce ad affrontare il passato e a riconoscere che sono proprio quegli eventi ad aver scatenato la depressione è difficile che riesca a star meglio.

E in tutto questo perchè i funghi allucinogeni potrebbero curare la depressione?

Intanto capiamo bene di cosa si tratta: sono dei funghi con caratteristiche psicoattive (in particolar modo psichedeliche), grazie alla psilocibina che contengono.

La psilocibina ha effetto nella cura della depressione perchè:
  • Stimola il pensiero laterale: permette di esplorare modalità non convenzionali di pensiero, aiutando a creare nuove connessioni neurali nel cervello. In parole povere, il famoso “guardare la situazione da altri punti di vista”
  • Un altro grosso problema con la depressione è il ciclo continuo di pensieri negativo. L’esperienza psichedelica forza la persona ad affrontare questi pensieri in modo organizzato e oggettivo, senza cadere nel ciclo di pensieri distruttivi
“La gente cerca di scappare dai problemi e dimenticarli ma con  le sostanze psichedeliche  sono costretti a confrontarsi e a guardare davvero a se stessi”, ha detto il neuroscienziato e psicologo Robin Carhart-Haris.
Alcuni scienziati hanno fatto uno studio di recente proprio sull’effetto che la psilocibina ha sul cervello e hanno trovato dei risultati sorprendenti: questa sostanza infatti fa si che si creino dei veri e propri nuovi collegamenti fra di solito non comunicano fra loro.

In pratica nel  cervello di una persona che ha appena preso della psilocibina succede quello che vedete nella figura b (tutte quelle linee colorate rappresentano le nuove connessioni):

Rappresentazione delle connessioni nel cervello di una persona sotto psilocibina (B) e di una persona che non ha assunto la sostanza (A)
Questi nuovi collegamenti potrebbero essere, secondo gli studiosi, i responsabili del potere antidepressivo  e anti-ansia di questi funghi allucinogeni.
“Una delle caratteristiche del cervello di una persona depressa  è che si blocca in un ciclo, ti ritrovi bloccato in un ciclo di pensieri negativi e ripetitivi” – ha detto Paul Expert, autore dello studio e ricercatore presso il Kings College London Center for Neuroimaging Sciences  – “L’idea è che la psilocibina potrebbe contribuire a rompere questo ciclo e cambiare il modo in cui le diverse parti del cervello si connettono.”
Nonostante i benefici della psilocibina, la ricerca sulle proprietà curative delle sostanze psichedeliche si è fermata  negli anni ’60 per l’uso ricreativo che ne è stato fatto e per le varie restrizioni legali di cui tutti siamo a conoscenza.

Tuttavia nel 2001  Roland Griffiths, professore di psichiatria, scienze del comportamento e neuroscienze, ha ottenuto  la prima approvazione in 30 anni per portare avanti una ricerca sugli effetti delle sostanze psichedeliche.

In un primo studio, dove 36 persone stavano sdraiate su un divano dopo aver assunto della psilocibina, oltre il 70% dei partecipanti ha definito l’esperienza come uno fra i 5 momenti più importanti della propria vita e quasi un terzo ha ritenuto che si trattasse invece dell’esperienza più importante in assoluto.

In uno studio successivo Griffith ha voluto indagare se la psilocibina potesse alleviare la depressione e l’ansia in persone affette da cancro. Uno dei partecipanti allo studio era uno psicologo in pensione di nome Clark Martin, che sostiene di aver ottenuto molti spunti significativi dal suo viaggio psichedelico, tra cui una rivelazione che gli ha permesso di riparare e migliorare  il suo rapporto sia con sua figlia sia con suo padre. Un anno dopo l’esperienza, Martin ha scritto:
“C’è stato un cambiamento dal mio cercare di controllare ogni singolo aspetto della vita al fidarmi  dell’intuito e della spontaneità… Sono più concentrato sui valori  e meno propenso a sentire gli obiettivi a lungo termine come scolpiti nella pietra. Sono ancora coinvolto nella mia vita professionale e sociale. Ancora più importante, la vita ha continuato ad aprirsi a me, mi sono allontanato dalla depressione e da quella spirale discendente. In qualche modo, la psilocibina mi ha restituito una pienezza di funzionalità che era andata perduta.”
Tutti coloro che fanno un’esperienza psichedelica riportano ovviamente particolari diversi ma hanno tutti in comune alcuni aspetti: è come se i problemi venissero disposti davanti alla persona, come oggetti tangibili, sono in grado di isolare ogni problema, rivederlo oggettivamente e le risposte arrivano chiare e decise. Dopo il viaggio, ci si sente puliti, come disintossicati, e contenuti.

Oltre ai risultati di Griffith nel 2011, l’Università di Zurigo ha pubblicato una ricerca dal titolo: Effetti acuti, sub-acuti e a lungo termine della psilocibina in soggetti sani: un’ analisi combinata di studi sperimentali.

L’articolo passa in rassegna una serie di studi  degli ultimi 50 anni che mettono alla prova l’efficacia della psilocibina ad uso medico. I risultati sono tutti positivi e duraturi.

Uno di questi studi riporta i benefici emotivi comuni a tutti i partecipanti:
“Tra i cambiamenti soggettivi più spesso segnalati di atteggiamento e la personalità sono più auto-comprensione, più tolleranza verso gli altri, meno egocentrismo, un orientamento meno materialista e aggressiva, e più apprezzamento musica, arte e natura. “
Ma allora perchè siamo ancora con gli anti depressivi?

Non sempre funzionano e quando lo fanno hanno effetti collaterali molto pesanti. Se la psilocibina è così efficace, perchè allora vengono ancora prescritti questi farmaci?

La risposta è semplice: i funghetti allucinogeni sono a tutti gli effetti una droga psichedelica e anche se viviamo in una società sempre più liberale ancora non siamo arrivati a tanto. E’ anche importante notare che la psilocibina  può essere un ottimo strumento nel trattamento della depressione ma non è una cura definitiva.

Si tratta di una condizione complessa che richiede un trattamento a 360 gradi: per esempio una dieta corretta e un po’ di esercizio fisico sono  estremamente utile (riducendo lo stress, aumentando la fiducia in stessi grazie a una migliore condizione fisica, ecc).

Eppure il vantaggio dei funghi allucinogeni trascende tutti questi aspetti: permettono di esplorare nuovi modi di pensare, eliminando i paraocchi della depressione
Ho scritto questo articolo senza aver mai fatto esperienza con la psilocibina. Non posso quindi dare il mio parere oggettivo sull’esperienza ma so che divulgare informazioni come questa può solo far bene, se non altro per facilitare il processo di apertura mentale delle persone e della società in cui viviamo.
Prendere in considerazione cure alternative a quelle classiche scritte nei libri impolverati e  guardare alla depressione sotto altri aspetti è utilissimo perchè è ciò che fino ad ora ha consentito il progresso nell’ambito delle professioni di aiuto.
Pensate se nessuno avesse messo in dubbio l’efficacia dei salassi che venivano fatti fino a pochi anni fa per far guarire la gente qualunque cosa avesse): probabilmente ancora oggi ci staremmo chiedendo quali sanguisughe sia meglio usare per curare la varicella.
Mettere in dubbio, questionare, porsi domande: è quello che dobbiamo fare (e mi rivolgo soprattutto ai professionisti) se vogliamo davvero dare una mano a questo mondo.
Un grande abbraccio a tutti.

Daniela

Dott.ssa Daniela Mascaro - psyta.net

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