" Per me, la parola Dio non è niente di più che un’espressione e un prodotto dell’umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo".
A. EinsteinNel mondo (che conta 7.000.000.000 di abitanti) esistono...
30.547 religioni, dottrine, scuole filosofiche, credenze, sette, culti tribali
LE RELIGIONI SI DISTINGUONO IN
- Rivelate: con Profeti, Dogmi, Leggi (l'Ebraismo, il Cristianesimo, l'Islamismo)
- Le naturali: dette universaliste (con precetti etico-religiosi di senso comune)
- Scuole: filosofiche-morali-politiche (elaborazioni razionali)
Cristiana: 2.400.000.000 di fedeli(*) Sul numero dei Cristiani (e Cattolici) le cifre sono molto controverse.
(divisa in 5 correnti (Cattolica 1.300.000.000 (*) ; Protestante 550.000.000;
Ortodossa 225.000.000; Anglicana 73.000.000;
Orientali (Nestoriane e Neofista ecc.) 72.000.000).
Esistono inoltre altre 56 Chiese e 175 Istituzioni crist. varie)
Maomettana (Islam): 1.500.000.000 di fedeli
(divisa in 3 correnti principali (Sunniti, Sciiti, Kharigiti)
oltre a 65 movimenti e 145 sette varie)
Ebrea: 15.000.000 di fedeli
(divisa in 3 grandi correnti e 12 tribù religiose)
Induista: 1.000.000.000 di seguaci
(divisa in 2 grandi correnti (Visnuismo con 580 mil., Sivaismo con 220 mil.,
e altre 1256 sette varie con 200 mil.)
Buddhista: 576.000.000 di seguaci
(divisa in grandi 3 dottrine Filosofiche, con all'interno 1680 sette varie)
Taoista: 400.000.000 di seguaci
(divisa in 3 grandi correnti e sette varie)
Confuciana: 237.000.000 di seguaci
(8 correnti, 840 Scuole di pensiero politico-religioso)
(Nelle 4 sopra spesso i seguaci di una sono anche seguaci di un'altra)
Scintoista: 100.000.000 di seguaci (soprattutto in Giappone)
(sterminati i culti degli spiriti (kami): spesso anche personali)
Culti tribali e animistici: 405.000.000 di seguaci
(con 26.397 cerimoniali indigeni diversi)
Atei: con nessuna credenza: 1.070.000.000
Esempio in Italia: su 60 milioni di abitanti i cattolici-battesimati sono l'80%.
( il 96,7% secondo il dato diffuso dalle gerarchie ecclesiastiche)
O gli uni o gli altri sono cattolici più per tradizione che non credenti dichiarati.
Solo il 37% (22,2 mil.) sono praticanti. E solo il 25% si reca a messa.
Ma anche qui i conti non tornano.
Solo il 42% nell'8 per mille irpef, ha «votato» a favore della Chiesa cattolica.
E' questo un "peccato veniale". Ma come la mettiamo con il "mortale"?
"Scegliere deliberatamente, cioè sapendolo e volendolo, una cosa gravemente contraria alla Legge divina e al fine ultimo dell'uomo è commettere un peccato mortale".
Infatti:
Il 65 % degli italiani ha votato per il divorzio, il 68% per l'aborto.
Il 27 % dei matrimoni attuali è celebrato civilmente (a Milano il 41%).
Il 77,2% dei giovani italiani tra i 15 e i 24 anni (anche se battezzati) ritiene ammissibile avere rapporti sessuali prematrimoniali.
E se i battesimati sono l'80% degli italiani (48 mil.)
di questi, più della metà, il 54% (27,8 mil.) è scettico sui miracoli,
il 55% non crede all'esistenza di Satana, il 44 % non crede all'inferno.
Il 61 % considera i testi religiosi piuttosto ingenui e arcaici e...
gradirebbe una religione basate su poche credenze fondamentali.
Si calcola inoltre che il 10% degli italiani (ca. 6 mil.) crede in altre religioni.
Mentre gli atei italiani contano ca. 4 milioni di adepti.
(fonte Eurispes - cnf. Il Corriere d.S. del 18-1-06)
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"Fu la paura la prima a creare gli dei del mondo", questa affermazione perentoria attribuita a Petronio, da altri a Stazio, può valere come sintesi emblematica di tutte le teorie sull'origine pratico-emotiva della religione. I bisogni insoddisfatti, la precarietà dell'esistenza e il mistero angoscioso del dolore e della morte troverebbero nella religione una risposta compensatrice.
"La religione deriva dalla religiosità degli uomini, laddove la religiosità è credere che tutto abbia avuto origine da un mondo divino che sostiene la vita di tutti e che dà ad essa un significato".
In un mondo nel quale fioriscono le ideologie libertarie, la denuncia della repressione e una lotta contro i tabù, non si deve dimenticare che il tabù è alla sua origine un'istituzione tipicamente religiosa.
La funzione alienante della religione, che estranea l'uomo da se stesso e devia la massa dai suoi compiti storici (vedi l'imposta apatia dei "secoli bui"), è messa in luce da Feuerbach e da Marx, il quale ultimo riconosceva pure alla religione il valore di riflesso della miseria reale, e la funzione di protesta, al livello dell'ideologia, contro tale miseria.
La religione è una propriazione di poteri superiori all'uomo, ritenuti capaci di dirigere e controllare il corso della natura e della vita umana.
In ogni culto racchiude in sè azioni di carattere magico e tutte le invocazioni (o preghiere) costituiscono intenzionalmente una forma di pressione sulla realtà esterna. (in eventi come una peste, un terremoto, una carestia, una guerra, oggi... si prega, i sacerdoti invocano le divinità per sconfiggere il male, chiedono indulgenza; ieri .... gli stregoni facevano altrettanto con innumerevoli pratiche magiche, adorazioni, rituali).
Illustrando le varie forme di queste pratiche magiche che hanno inizio già nell’età antica, troviamo in primis ...
La "religione naturale" (mediante la propria ragione) che viene definita così perchè l’uomo riconosce l’esistenza di un Qualcosa a lui superiore e pensando di incontrarlo nelle forze della natura sottomette la sua vita all’adorazione e alla venerazione di queste forze.Tutte le religioni hanno avuto inizio con un capo sciamano, uno stregone, o un profeta; se seguito da qualche discepolo e insieme hanno formato una setta, la setta che ha avuto successo nel raccogliere un gran numero di seguaci è diventata una religione (i cui "sacerdoti" poi creano a posteriore dei dogmi).
La "religione soprannaturale" invece identifica la divinità con un essere superiore alla natura, che viene considerato, creatore, padre e giudice delle azioni degli uomini, e che abita in una dimensione ultraterrena.
La "religione rivelata". Ci troviamo dinanzi ad una religione rivelata (si considerano religioni rivelate: l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam) quando Dio cerca l’uomo e si manifesta, toglie cioè il “velo” (=rivelazione) del mistero che lo separa dagli uomini, fornisce (tramite i suoi prediletti: cohanim, sacerdoti, iman - mediatori dei rapporti con la divinità) delle risposte alle domande fondamentali della vita, e rivela a ciascuna persona la sua origine e il suo destino e le indica la strada del bene e della felicità.
La "rivelata" è l'adesione alla parola di un Dio che si pretende che si sia rivelato nella storia parlando attraverso una persona che afferma di parlare a nome suo (profeta)
La "rivelata" è monoteista, cioè che crede in un solo Dio, come nell’ebraismo, nel cristianesimo, nell’islam.
In queste tre, si accetta di fidarsi di certi uomini che lungo il corso dei secoli si sono presentati come "portavoce di un Dio". - Nell'ebraismo (Mosè e i profeti); nel cristianesimo (Gesù di Nazaret); nell'islamismo (Maometto)
La "religione politeista". Si dice politeista quando si crede nella presenza di più divinità. (es. ieri i dei della Grecia antica; e ancora oggi l’induismo in India e lo shintoismo in Giappone.
In certe religioni primitive, il momento essenziale è il culto indi il rito, mentre le credenze dogmatiche (ma anche i miti) sono costruiti a posteriore e hanno una importanza quasi secondaria.
Lo studio comparato delle varie mitologie ha messo in luce la tipicità di alcune forme della religione, che rispecchiano modi analoghi di organizzazione della società: così i culti olimpici e solari caratterizzano le società di guerrieri e di cacciatori, mentre i culti di tipo terrestre, con riti agresti e il mito della passione, morte e rinascita del dio, sono tipici di civiltà contadine e di gruppi sociali subalterni a coloro che praticano il DOGMATISMO, l' AUTORITARISMO, e hanno la PRESUNZIONE DELLA VERITA' ASSOLUTA. La qual cosa non ha assolutamente niente a che fare col significato che l'autore attribuisce alla parola fede.
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"Se separiamo la religione di ciascun popolo dal resto dei rapporti culturali di quella civiltà, ci allontaniamo dalla realtà e inseriamo la religione in un contesto puramente ideale rispetto al quale il compito della storia è assai ridotto. Scivoliamo lentamente ma inesorabilmente nel campo della metafisica: se la religione è qualcosa di connaturato all'uomo, qualcosa che precede la storia, potremo al massimo descriverne le manifestazioni storiche ma non comprenderla per intero come fatto storico. Le stesse esperienze religiose vissute dagli uomini nelle varie culture potrebbero al massimo venire descritte ma non mai spiegate completamente in termini storici poiché per definizione la religione rimanderebbe al metastorico". (Marco Mencocci)
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Quante e quali siano le religioni hanno in comune alcune caratteristiche.
L’Evento fondatore: ciascuna religione viene fatta risalire a un fondatore, ad un insieme di persone sagge e/o a uno o più fatti straordinari, l’insieme dei quali forma la storia sacra di una religione e di un popolo.
I simboli: ogni religione ha dei segni che sintetizzano un aspetto della propria dottrina o storia sacra (es. la stella di Davide per gli ebrei, la croce per i cristiani, la mezzaluna per i musulmani,…).
I Testi Sacri: i messaggi e i fatti fondamentali delle religioni si trovano in testi che vengono considerati sacri dalle persone e comunità che li accolgono come verità divine su cui fondare la propria esistenza.
I contenuti: tutte le religioni presentano delle verità riguardanti le origini dell’universo e della vita, il senso dell’esistenza, la via per raggiungere la piena felicità, il riscatto dalla sofferenza e dalla morte.
L’organizzazione religiosa: perchè il culto possa essere svolto sono necessarie delle persone che lo amministrino e che siano intermediarie tra la comunità dei credenti e la divinità.
Le espressioni di culto: pur con modalità diverse ogni religione onora Dio o le divinità attraverso un insieme di preghiere, riti, celebrazioni e feste. Gli elementi necessari al culto sono innanzitutto:
Un luogo sacro dove celebrare gli atti di culto;
Il tempo sacro, cioè i periodi, i giorni dedicati a celebrazioni specifiche.
Il rito insieme di azioni e parole con le quali si rende onore alla divinità, per esempio il rito della sepoltura, il rito di ringraziamento…
Le norme di comportamento: ogni religione afferma che l’incontro con Dio deve poi tradursi in comportamenti conformi alla Sua volontà.
(Lory)
Concetto di religione
· l'uomo si pone delle domande: chi sono, da dove vengo ...
· rel: risposta dell'uomo al problema del senso della vita
· si aprono allora due strade
· RELIGIONI NATURALI: mediante la propria ragione
· RELIGIONI RIVELATE: accettare di fidarsi di certi uomini che lungo il corso dei secoli si sono presentati come "portavoce di un Dio".
Praticamente tutti i popoli hanno racconti su esseri non umani (sovrumani o extraumani) dotati di poteri superiori o comunque diversi da quelli degli uomini. Può trattarsi di esseri sovrumani, come gli dei, capaci di agire nell'attualità, nel presente, e in grado di condizionare la vita degli uomini e il corso della natura, oppure di esseri la cui azione ha avuto luogo in un passato remoto e lontanissimo e che con le loro azioni hanno dato origine al mondo cosi come è oggi.
I racconti su tutte quelle azioni che sono avvenute in un passato lontano e che hanno contribuito a formare il mondo di oggi, vengono definiti, con una parola di origine greca, "miti". Un mito è dunque un racconto che narra vicende avvenute "tanto tempo fa", in un passato che definiamo "tempo mitico". Quello che distingue il tempo mitico dal tempo attuale non è la distanza cronologica ma il fatto che il tempo mitico è qualitativamente diverso rispetto a quello in cui si vive.
Un mito è un racconto che ha per oggetto personaggi meravigliosi e fantastici che compiono azioni straordinarie oggi irripetibili. Il mondo in cui questi personaggi vivono è completamente diverso dal mondo attuale: si tratta di un mondo in fieri, senza regole e senza nulla di stabilito, nel quale tutto è possibile proprio perché non esiste ancora nessuna norma. E' un mondo che a confronto con quello di oggi appare disordinato, informe, precosmico. E' da questo mondo caotico, dal mondo del mito, che grazie proprio alle azioni meravigliose e irripetibili dei personaggi mitici, si origina il mondo ordinato di oggi, la normalità quotidiana che costituisce la stabile cornice della nostra esistenza. Il mondo quale oggi appare ai nostri occhi è infatti il risultato ormai immutabile delle azioni compiute nel tempo mitico. Queste azioni hanno portato alla trasformazione del caos che era in principio instaurando nuove condizioni, quelle attuali nelle quali vive la società che racconta il mito.
Dopo il mito così evanescente ed aereo, ecco nella religione comparire il "sant'uomo", un uomo sì asceta, ma visibile, concreto, reale, che dopo la sua dipartita terrena è venerato (non adorato!) religiosamente, o considerato degno di venerazione da un grande numero di persone; e questo avviene nelle tre religioni rivelate. (es. i fondatori di ordini religiosi o i grandi riformatori).
Il santo nella religione cristiana viene proposto come modello a tutti i fedeli, ed è considerato un intercessore per i vivi, ossia un canale privilegiato di amore da parte di Dio.
Però spesso molti miti pre-cristiani (cioè pagani) sono stati fusi con le figure di alcuni santi. Ma anche oggetti di devozione da parte dei pagani sono stati trasformati in devozione cristiana.
Non solo, ma traspose la cristiana tutta quella ritualità pagana anche nelle funzioni della nuova religione, e andava in questa sempre di piu' identificandosi, nelle apparenze però, per precise motivazioni politiche; come quelle di Costantino. Fu infatti lui il promotore del sovvertimento nella vecchia religione e anche nella nuova che aveva messo già alcune radici a Roma.
Ed ecco quindi trasferire in questa nuova religione - pur rimanendo lui sempre legato al culto del Sole - mutuare dalle religioni precedenti, le vesti, i riti, la pomposità, gli attrezzi, gli oggetti.
Il baldacchino proveniva dalla Orientale Persiana Baghdad, così chiamato perchè il drappo ornato di fregi e frange pendenti sostenuto da quattro e più aste per le processioni proveniva appunto da questa citta' persiana che i romani chiamavano appunto Baldac).
Il copricapo Mitra veniva dai sacerdoti orientali di MITRA, Dio persiano dell'impero mesopotamico fin dal 1400 a.C. di cui a Roma vi erano non pochi seguaci. Lo fu Commodo nel 180-192, mentre Giuliano l'Apostata fu l'ultimo imperatore che si fece araldo di questa religione, la quale ebbe tali sviluppi da divenire una pericolosa rivale del cristianesimo. E' storicamente accettato che molta fu l'influenza di questa religione nel cristianesimo (oltre che in precedenza in quella ebrea)
Mitra conosce infatti il battesimo, il pasto sacro consistente in pane e vino che doveva ricordare l'ultimo pasto del maestro, che dopo averlo consumato salì al cielo portato dal carro del sole. Il culto veniva celebrato nei cosiddetti mitrei, locali dove l'altare stava davanti all'abside e vi si esponeva il disco solare. In Egitto verso lo stessa data, 1400 a.C., avveniva la stessa cosa, non sappiamo dunque se dalla Mesopotamia il culto del Sole ando' verso l'Egitto o l'incontrario.
I fedeli del Dio persiano Mitra combattevano moralmente contro il male, soprattutto contro la menzogna e le impuritù dei sensi. All'anima dopo la sua separazione dal corpo, Mitra avrebbe reso possibile l'ascesa al cielo dove veniva garantita l'eterna beatitudine nella resurrezione, fino alla fine dei tempi.
E per il crescente identificarsi di Mitra col dio solare, il suo carattere luminoso si affermò a tal segno che Mitra si festeggiava come il sol invictus il 25 dicembre. Una data quindi di molto tempo prima che venisse celebrata a Roma nei primi secoli dell'inizio del millennio, e dove proprio in questi anni per merito di Costantino si trasformò nel Natale dei cristiani.
Abbiamo detto che le stesse funzioni cristiane, con l' ostia e il vino, era una trasposizione in forma simbolica del rito mitriaco del pane e del vino. Roma non voleva più mangiare la carne delle vittime sacrificali, non voleva più berne il sangue, e neppure voleva più vederlo il sangue.
La concezione della con-sacrazione ( = dal-sacrificio) era un rituale presente in tutti i riti arcaici delle antiche religione politeistiche, monoteistiche e anche dei riti pagani piu' lontani nel tempo, ed era concepita questa libagione come portatrice di speciali forze che andavano ad agire sui presenti sacrificanti, e per questo chiamata "communio" (partecipazione una cosa con altri).
Lo stesso ostensorio dove la religione cristiana espone l'ostia, non ha preso il nome da quest'ultima, ma l'incontrario, è l'ostia che ha preso il nome dall'ostensorio . Ostia - significa infatti mostrare la vittima del sacrificio, ed era la primordiale barbara scena e costumanza di sacrificare alle divinità i nemici presi in guerra e mostrarli al popolo, e che il Senato di Roma aboli' nel 657 a.C.
Infatti - (ma avvenne molto piu' tardi) il sacerdote cristiano nel rito della messa, lui espone, mostra, sull'altare il sacrificio di Gesù, detto il sacramento dell'eucaristia che significa ringraziamento. Quel sacramento dove si rinnova misticamente l'offerta del sacrificio fatto da Gesu' sulla croce.
Ma lo stesso ostensorio che vediamo è infatti un disco contornato di raggi solari di antica memoria egiziana che prese vita assieme alla nuova concezione di un dio monoteistico. Che raccontiamo qui sotto brevemente.
Una violenta crisi religiosa nel 1377 a.C. del faraone Amenophis promosse lo scisma religioso tra i seguaci di AMON e la fede nel dio Sole ATON, istaurando un sistema monoteistico. Il nuovo simbolo della nuova fede, era naturalmente il disco solare.
Fu una grande novità: perchè la religione divenne unica e monoteistica; inoltre il faraone non si considerò più - come i precedenti - lui stesso un dio, ma solo un intermediario fra dio e l'umanità. (Due intuizioni che furono mutuate più tardi sia dalla religione mosaica, e dopo quasi 2000 anni anche da quella cristiana.
Quest'ultima conservò e utilizzò poi lo stesso simbolo del disco solare trasformato in teca contenente l'ostia, l'ostensorio della liturgia cristiana, che contrariamente a quello che si pensa non prese il nome dall'ostia, ma l'incontrario fu chiamata ostia, perchè 1377 anni prima di Cristo ostiare corrispondeva all'etimo igizio mostrare. fare vedere; mostrare il disco solare ai fedeli; la cristiana conservò anche l'abbassamento del capo, perchè nei primi riti di Aton all'aperto, non era una proibizione guardare il sole, ma era un accorgimento, perchè fissando il sole si rischia di perdere la vista. Nei successivi riti trasferiti all'interno dei templi i sacerdoti di Aton ricorsero a un disco d'oro con i raggi attorno, appunto l'ostensorio ("far vedere") elevato in alto sull'altare ("elevazione") ma pur essendo all'interno l'abitudine di chinare il capo rimase, e fu poi successivamente insieme all'oggetto, traslato anche nel rito cristiano.
Un papa Leone Magno (nel 460 d.C.) sconsolato, dopo che erano passati quasi centotrenta anni dal bando del culto solare bandito da Costantino (pur essendo lui - fino alla morte- un cultore del Sole), scriveva: "..E' così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani prima di entrare nella basilica di San Pietro apostolo, dedicata all'unico Dio, vivo e vero, dopo aver salito la scalinata che porta all'atrio superiore, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell'astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto in parte per ignoranza e in parte per mentalità pagana. Infatti anche se intendono venerare il Creatore della luce leggiadra, e non la luce stessa che è una creatura, devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei; qualora trovasse tra noi una simile usanza, potrebbe praticare, come incensurabile, questo elemento delle vecchie credenze perchè lo vedrebbe comune ai cristiani e agli infedeli." (San Leone Magno, 7° sermone tenuto nel Natale 460 - XXVII -4).
Risolse più tardi il problema un monaco, nel secolo XV, un dottore della Chiesa, Bernardino da Siena (1380-1440). Al centro invece del disco in oro luccicante, mise una teca dentro quello che prese in nome dal contenitore: l'ostia, il simbolo dell'eucaristia (A. Cattabiani, Calendario, Le feste e i riti dell'anno, ed Rusconi 1988).
Così Bernardino (noto per le sue concrete prediche alle folle in volgare) conciliò e accontentò sia l'adorazione solare dei pagani che l'adorazione dei cristiani. E rimase pure l'atto di umiltà di chinare il capo nell'atto dell'elevazione sull'altare. Al termine delle sue trascinanti prediche soleva mostrare (e far baciare dai fedeli) l'ostensorio contornato da un cerchio di raggi fiammeggianti, con al centro la teca con l'ostia e incise in oro le lettere JHS. (ib. p.73).
L'ostia consacrata risale invece alla fine del XV sec. - dopo le tante dispute teologiche medievali (come la transustanziazione cattolica prima e la consustanziazione luterana poi). Mentre la sostanza dell'ostia fu stabilita all'epoca del Concilio di Trento, quando fu riproposta la dottrina della presenza reale e della messa come sacrificio e la stessa consacrazione dell'ostia.
L'accostamento al Sole Mithra non era del resto casuale. Giovanni nel Nuovo Testamento affermava "...in Lui era la vita e la vita era la Luce, la luce che splende nelle tenebre, la Luce vera che illumina ogni uomo" (Giovanni 1,4-5 e 9).
Tertulliano che scrisse su quasi tutti i problemi che agitavano la Chiesa del tempo, e che coniò molti concetti che dovevano poi essere alla base della dottrina della Trinità e della cristologia, scriveva "...ritengono che il Dio cristiano sia il Sole perchè è un fatto notorio che noi preghiamo orientati verso il Sole che sorge e che nel Giorno del Sole ci diamo alla gioia, a dir il vero per una ragione del tutto diversa dall'adorazione del Sole" (Tertulliano, Ad Nationes I, 13).
A cosa si riferiva Tertulliano con "a dire il vero"? Riandava all'Antico: il Messia veniva preannunciato dai profeti come Luce e Sole. Isaia scriveva "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande Luce, e su coloro che abitavano la terra tenebrosa una Luce rifulse" (Isaia 9,1).
Altrettanto scriveva Malachia "Sorgerà con raggi benefici il Sole di giustizia" (Malachia. 3,20).
Ma non dimentichiamo che il culto di Mithra dei Mitanni era più antico dell'Antico Testamento di quasi 500 anni, e che gli ebrei erano di origine "di là" (= ebre = eber) dall'Eufrate, mentre i vicini confinanti Mitanni abitavano fra l'Eufrate e l'Habarù.
Insomma nel IV e V secolo, molti cristiani erano attirati da queste feste spettacolari del Sole e la Chiesa romana, preoccupata dalla straordinaria diffusione dei culti solari e soprattutto dal mithraismo, che con la sua morale e spiritualità, poteva frenare se non arrestare la diffusione del vangelo, pensò di celebrare nello stesso giorno del Natale del Sole (Sole Invictus) il Natale del Cristo, come vero Sole. Sostituire - grazie a Costantino - cioè la "grande festa" del Sole con la sua nascita.
Anche la concezione della con-sacrazione ( = dal-sacrificio) era un rituale presente in tutti i riti arcaici delle antiche religione politeistiche, monoteistiche e anche dei riti pagani più lontani nel tempo, ed era concepita -l'offerta sacrificale e la distribuzione ai presenti- come portatrice di speciali forze che andavano ad agire sui presenti sacrificanti, e per questo chiamata "communio" (cioè dividere una cosa con altri - e la cena, il pasto o la semplice assunzione di un frammento dell'oggetto del sacrificio, era il rito per ricevere le speciali forze).
Si criminalizzo' poi - con l'editto di Teodosio - 380) l'arte (le sculture erano idoli pagani), la cultura (tutta la filosofia antica e la letteratura al macero o relegata nei monasteri), la musica (la si abolì del tutto anche nelle feste contadine), lo sport (si aboliranno presto le quasi millenarie Olimpiadi) e più tardi con Giustiniano, nel 535 si chiuse l'Accademia; e perfino l'amore per la natura (fiori, piante, animali, tutto bandito dalla vita quotidiana). Non ci dovevano essere antagonisti.
Costantino e Teodosio non si fermarono solo ad abolire gli antagonisti, a mutuare le ritualita', a modificare le feste, ma trasferitono ai poteri ecclesiastici, anche l'organizzazione amministrativa periferica che gia' si chiamava DIOCESI, un vocabolo che non ha nulla da spartire con Dio, perchè significava Dis = separato, e oikeo = dimore, cioe' un borgo separato dal centro della citta'; si istituirono i VICARIATI, ma anche questa era la sede periferica che fin dall'antica Roma sostituiva quella dell'imperatore; nacquero i PRESBITERI anch'essi luoghi dove ancora in Grecia e poi a Roma si riunivano i vecchi sacerdoti, e dalla sua radice di presbiteri, previter, venne (poi italianizzato) il prete.
Costantino in quegli anni emana tante disposizioni e delega tante funzioni come se dovesse abbandonare e fuggire da Roma. Mette a disposizione a MILZIADE gli edifici della basilica del Laterano, dove si celebravano i "plauzi lateranenzi" o feste dei cavalieri dell' imperatore Massenzio, che subito- il diventato di nome "Papa" - rinomina San Giovanni... in Laterano.
Costantino gli permette inoltre di costituire una residenza come una extra succursale: la "pontificia". Ricordiamo che la carica di pontefice era di quei sommi sacerdoti pagani che sul ponte Sublicio -ritenuto sacro - solevano fare i sacrifici e altre cerimonie.
Come "pontefice" venne poi PAPA SILVESTRO (che con Costantino si intenderà per ben 21 anni). E' posseduto da un tarlo: quello dei possessi temporali particolarmente utili al controllo di tutto l'impero occidentale, visto che Costantino ha intenzione di abbandonare Roma e trasferirsi altrove.
Questo segna l'inizio del potere temporale.
Ma non era una cosa nuova. Anche la casta sacerdotale veniva dall'oriente.
fonte: storiologia.it
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